“Mindfulness è il processo di notare attivamente cose nuove” ~ Ellen Langer, intervistata dalla Harvard Business Review, marzo 2014
Non so se ve ne siete accorti, ma quando si tratta del momento presente la nostra tendenza è di essere tutto fuorché minimalisti.
Tendiamo cioè ad aggiungere e sovrapporre, a ciò che sta accadendo ora, un insieme di pensieri e di immagini che formano giudizi, commenti e storie. Si tratta di contenuti mentali che provengono dalla nostra esperienza passata e dalle nostre abitudini interpretative e che si depositano a volte come polvere, altre come una valanga, su questo istante impedendoci di viverlo davvero.
Per esempio, a volte stabiliamo che un’attività che svolgiamo abitualmente è frustrante o noiosa e così ci convinciamo che in essa non vi è nulla di prezioso. In verità siamo solo immersi nella nebbia della nostra inconsapevolezza, che raccontandoci che le cose dovrebbero essere diverse da come sono copre le infinite possibilità di ciò che è qui.
Oppure, continuando a portare il passato nel presente, decidiamo che c’è un modo giusto di fare le cose, unico e garantito nella sua bontà ed efficacia, e ne siamo così convinti che ce ne andiamo in giro per il mondo imponendolo a noi e a gli altri. Non ci accorgiamo che ci stiamo solo avvolgendo in un fascio di false certezze, che sostengono la nostra illusione di potere controllare tutto e con essa il timore di cosa ci accadrebbe se così non fosse.
Altre volte, siccome siamo umani commettiamo degli errori. E quando vediamo che le cose non si manifestano così come ce le eravamo immaginate, invece che dare loro il benvenuto e fidarci del nostro potenziale creativo, le trasformiamo in tragedia biasimando noi e gli altri.
Per essere sicuri di essere amati, o di vivere al riparo dalle incertezze, indossiamo maschere che non ci appartengono e facciamo nostri comportamenti dettati da altri che ci impediscono di trovare dentro di noi l’ispirazione che possa sostenerci nel realizzare le nostre aspirazioni più autentiche.
E come se tutta questa sofferenza non bastasse, siamo rapidi nel giudicare gli altri perché credere ancora una volta che ci debba essere un solo modo di pensare, di sentire e di comportarsi ci protegge dal nostro sentimento di inadeguatezza.
Tutte queste abitudini, questi problemi che ci autoinfliggiamo ogni giorno e che diventano reali solo perché prima li abbiamo creati nella nostra mente, ci rendono chiusi alla vita.
Desideriamo che le cose siano diverse da come sono, temiamo che non sia così, non siamo certi di poterle affrontare e in questo modo, invece di farci toccare dalla freschezza di ogni istante, scegliamo di ristagnare nella nostra idea di come le cose dovrebbero o potrebbero essere.
Diventiamo schiavi del nostro pensare e schiacciati dal peso delle nostre valutazioni negative finiamo con il sottrarre a noi stessi quella stessa energia che tanto desideriamo.
Ci confortiamo di false illusioni che ci soffocano.
Per me, mindfulness è l’antidoto a tutto questo.
Provateci, provate ora.
Fate un bel respiro, chiudete gli occhi e lasciate andare tutti i pensieri e le immagini che affollano la mente.
Arrivate qui.
Sentite il corpo, il contatto con la terra e con l’aria e la vita che fluisce dentro di voi. Ascoltate i suoni, del vostro respiro e di tutto ciò che si muove intorno a voi. Riaprite gli occhi e notate luci, forme e colori.
Lasciate stare il giudizio su come le cose dovrebbero essere, e concedetevi di osservarle per quelle che sono. Apprezzatele.
Siamo vivi, siamo interi. E’ tutto qui.
Tutto quello che andiamo cercando o che pensiamo di avere perso, è qui. In questo momento. Splendido, così come è.
Splendidi così come siete……..el