Se non avete ancora provato a sedervi in silenzio con voi stessi per qualche minuto potrebbe sembrarvi una domanda buffa, ma posso assicurarvi che “Posso muovermi durante una seduta di meditazione?” è una delle richieste di chiarimento più frequenti che mi vengono fatte da chi pratica per la prima volta.
Succede infatti che, nel momento in cui fermiamo il corpo, iniziamo a percepire alcune sensazioni fisiche spiacevoli che sono esattamente le stesse che ci accompagnano nella vita quotidiana, ma che di solito non notiamo sia perché la nostra attenzione è diretta verso altro, sia perché, come è il caso del prurito, ci grattiamo inconsapevolmente centinaia di volte al giorno risolvendo quindi velocemente il fastidio senza dargli troppo peso.
Come se questo non bastasse, visto che nella maggior parte dei casi trovare una posizione comoda e con la schiena dritta richiede un po’ di esperienza, accade spesso che, specialmente agli inizi, contraiamo il corpo inutilmente. Se poi pratichiamo seduti a terra, potremmo anche percepire delle sensazioni di formicolio alle gambe e alcuni, seguendo i loro pensieri ansiosi, iniziano chiedersi se per caso non stia succedendo loro qualcosa di grave.
Al di là dei film tragicomici che produce la mente per cui con il corpo siete qui ma con la testa siete già all’ospedale, ci tengo a rassicurarvi su due fatti. Il primo è che nessuno è mai morto su un cuscino da meditazione, il secondo è che alcune di queste sensazioni spiacevoli spariscono con la pratica. E c’è anche una terza buona notizia. Non solo potete muovervi ma anzi, se vi sedete con l’idea che dovete stare rigidi come stoccafissi senza alcuna possibilità di cambiare posizione, questa non è meditazione: è tortura.
Evitando quindi di trasformare la seduta di meditazione in una specie di prova da sforzo da cui uscite agonizzanti, se ogni tanto sentite il bisogno di aggiustare un po’ la vostra posizione, fatelo pure.
Un’unica avvertenza: non fuggite subito, schivando automaticamente ogni fastidio quando si presenta, ma provate per un momento a conoscerlo, lasciando andare le storie che costruisce la mente e sentendo con curiosità quello che sta accadendo nel corpo. Quando vi sembra troppo, con calma e con un po’ di grazia, cambiate posizione.
Se vi muovete stizziti o spaventati ogni volta che sentite una sensazione spiacevole, non solo la mente farà fatica a calmarsi, ma non farete altro che rinforzare l’abitudine che tutti abbiamo a volere evitare il dolore, perché crediamo di non poterlo affrontare. Molto più spesso di quanto non sappiamo questo pensiero non è vero, e la pratica ve lo insegnerà.