Interocezione… chi era costei? S’intende per interocezione la capacità di essere consapevoli della nostra esperienza interna, come il respiro, la peristalsi gastrointestinale, il senso di fame e sazietà, ma anche la cognizione del dolore e delle altre emozioni. Mediante l’interocezione, il corpo comunica il proprio stato di salute e di efficenza fisica… se sappiamo ascoltarlo.
Oggi vi parlo di interocezione perché mi sento un po’ nerd, e ho voglia di raccontarvi la storia di Kirk Brown, professore di psicologia presso la Virginia Commonwealth University di Richmond, Virginia, che qualche anno fa notò che più le persone erano consapevoli della loro esperienza interna, più si riprendevano velocemente dopo un’operazione chirurgica.
Cercando un questionario per verificare scientificamente questa osservazione, e non trovandolo, Brown inventò la Mindful Awareness Attention Scale (MAAS) che è, ad oggi, il questionario di riferimento per misurare la capacità di ognuno di noi di essere attenti e consapevoli nella vita quotidiana.
Somministrando la MAAS a migliaia di persone, Brown ha scoperto che tutti abbiamo la capacità di essere presenti, ma che i livelli variano. Non solo: i punteggi alla MAAS sono predittivi anche della nostra salute fisica e mentale, e persino della qualità delle nostre relazioni! “Inizialmente abbiamo pensato che ci fosse qualcosa di sbagliato nei nostri dati”, spiega Brown. “Non può essere correlata a tutte queste cose. Eppure, tutto il lavoro che abbiamo fatto sinora mostra questi risultati”.
Risultati, peraltro, in armonia con lo studio del 1998 di Jon Kabat-Zinn su pazienti affetti da psoriasi, che guarivano più velocemente se, ad integrazione della loro cura standard, praticavano mindfulness (leggete, se volete, la testimonianza di Daniele S.), e con gli studi sugli effetti del protocollo MBCT (Mindfulness Based Cognitive Therapy), fra i quali potrebbe interessarvi quello di Willem Kuyken, pubblicato su Lancet nel 2015, che fornisce dati molto incoraggianti sulla possibilità che la mindfulness possa essere tanto efficace quanto gli antidepressivi nel prevenire le ricadute in persone che hanno già sofferto di due o più episodi depressivi.
Se, a questo punto, siete curiosi di misurare il vostro grado di mindfulness, potete rispondere alle domande della MAAS sulla App Psicoscrigno in Facebook (fate attenzione: non è ottimizzata per mobile), oppure trovate qui l’originale.
Qualsiasi punteggio otteniate (è sufficiente fare la media) state sereni: la mindfulness è uno stato che possiamo attivare in ogni momento, e con la pratica può diventare un’abitudine.
Se può interessarvi, questo è il mio risultato. Posso in effetti migliorare di molto sulla memoria dei nomi, ma mi accetto anche così come sono… Buon test e, soprattutto, buona pratica!