Ci facciamo tutti un sacco di storie
Se dovessi raccontarti una delle prime scoperte che ho fatto praticando la mindfulness, è che ci facciamo tutti un sacco di storie. Mi ci metto dentro anch’io, ovviamente, che sono umana tanto quanto te: ho un corpo vivo, un cuore che batte, e una mente che produce pensieri, immagini, e fantasie di ogni tipo.
Potresti pensare che ti sto parlando dell’acqua calda: Certo che ci facciamo un sacco di storie! Non riesco a dormirci la notte! Sono pieno/a di preoccupazioni, pensieri tristi, ricordi che mi assalgono e mi dici che ci facciamo un sacco di storie!? Sai che notizia!
Potresti anche essere un po’ deluso: Ma come, mediti da almeno 15 anni e ancora la tua mente produce film manco fossi a Cinecittà!?
Sulla delusione, forse è il caso che tu sappia che è impossibile smettere di avere pensieri, così come è impossibile impedire al cuore di battere, e se sei di quelli che da anni cercano di scacciarli, o di fare il vuoto mentale – qualsiasi cosa questo voglia dire per te- questa informazione potrebbe darti un po’ di sollievo. In fondo, se non trovi pace, non è perché sei senza speranza, ma perché hai frainteso le indicazioni un po’ come uno che sta seguendo una mappa sbagliata per andare in un posto. Non è colpa tua, devi solo aggiornare la mappa.
Lasciare andare è un allenamento che si fa con la meditazione
Sulla mia scoperta che ci facciamo tutti un sacco di storie, invece, un po’ hai ragione. Ricordo le volte in cui, da paziente in psicoterapia – ne ho fatte quattro- mi è stato detto di lasciare andare certi avvenimenti, e il senso di impotenza e smarrimento perché desideravo davvero che questo accadesse ma non avevo la più pallida idea di come riuscirci. In fondo, la consapevolezza di quanto alcuni pensieri possano essere impattanti, per il tuo benessere, non ti cambia di per sè la vita se non sai come gestirli.
Poi, ho iniziato a meditare. Meditare, in fondo, è questo: portare l’attenzione su un oggetto piuttosto neutro – è per questo che in molte tradizioni meditative si sceglie il respiro-, accorgerci che a un certo punto la mente ci ha portati altrove, e scegliere di tornare qui per ritrovarci altrove e ritornare qui e ritrovarci altrove e… ritornare qui.
E in questa attività dove apparentemente non accade nulla, iniziamo a fare delle scoperte pazzesche. Tra le quali, che ostinarci a voler scacciare il pensieri non serve, è un po’ come litigare con noi stessi e ci lascia ancora più stanchi di prima. Possiamo, però, allenarci a lasciarli andare e, nel tempo, vedere che iniziano così a perdere potere su di noi. Che il loro potere attrattivo che i pensieri hanno su di noi è più simile alla leggerezza dei sogni che al peso della condanna.