Abbiamo parlato dell’importanza di tenere sempre vivo il desiderio di conoscere il proprio partner, di quanto mostrare attenzione nei confronti del suo mondo interno sia un segno d’amore che dice: “Ci tengo a te”, “Non ti dò per scontato” e di quanto questo possa essere una protezione dal perdersi nei momenti difficili.
Oggi vorrei parlarti di un altro ingrediente che può aiutare una coppia a tener vivo l’amore. Ma iniziamo, di nuovo, dal momento in cui due persone s’incontrano.
La limerenza, o fase della “luna di miele”
Forse non lo sapevi, ma gli stadi iniziali di una relazione romantica si chiamano limerenza, o ultrattaccamento. Il termine si trova per la prima volta nelle ricerche della psicologa Dorothy Tennov ed è poi diventato ufficiale con il suo libro, uscito nel 1977: “Love and Limerence: The Experience of Being in Love”.
Pensa alla limerenza come alla prima fase dell’innamoramento. Chiamata anche fase della “luna di miele”, la limerenza si caratterizza per uno stravolgimento emotivo che, come dimostrano le ricerche più recenti in ambito neurochimico, è molto simile all’esperienza del fare uso di sostante stupefacenti o dell’avere un disturbo ossessivo-compulsivo.
In altre parole, nella fase di limerenza, proviamo sentimenti d’attrazione fortissimi che rasentano l’ossessione, tipicamente uniti a una forte attrazione sessuale e all’ardente desiderio di essere ricambiati.
La fase di limerenza è molto eccitante e porta con sé la speranza che la relazione abbia non solo un presente ma un futuro. Ma può portarci a sottovalutare alcuni aspetti della relazione con il partner che, successivamente, possono rivelarsi critici. Ed è una fase: dura circa due anni e, quando finisce… inizia il lavoro dell’amore, cioè l’insieme di atteggiamenti che ci serve coltivare per tenerlo vivo e farlo fiorire.
L’importanza di esprimere affetto e ammirazione
Quando ero più giovane, più impulsiva e più idealista, i miei genitori avevano l’abitudine di dirmi una frase che, ai tempi, facevo molta fatica a capire: “Sai cosa ci tiene insieme dopo tutti questi anni? Un tenero e reciproco affetto”. Mi sembrava la cosa più noiosa del mondo. Poi, nel tempo, un po’ vivendo, un po’ anche grazie al mio lavoro, ho capito.
Esprimere affetto e ammirazione è un modo per tenere con sé gli aspetti positivi della fase di limerenza, una volta passata l’idealizzazione del partner.
Ora, torniamo alla mia iniziale reazione alla frase dei miei genitori. Forse penserai che l’affetto e l’ammirazione si possono provare anche per un amico, o per il proprio animale domestico. Ma al di là del fatto che ti auguro che partner sia anche (non solo) uno dei tuoi migliori amici, qui il punto sta nell’esprimerlo.
Per tener vivo l’amore affetto e ammirazione vanno comunicati
Affetto e ammirazione. Non basta, dunque, dire: “Ti amo”, o “Ti amo tanto” o “Ti amo da impazzire”. È bello, certo, dirlo e sentirselo dire. Ma qui si tratta di entrare nelle sfumature e nei dettagli.
Che cosa ti rende fiero di partner? Quali caratteristiche fisiche, emotive, intellettuali continuano a farti provare attrazione nei suoi confronti? Che cosa ti colpisce, ancora, del suo modo di essere e di fare? Quali sono i gesti o le parole che ti fanno impazzire – sì sì, proprio come nella fase di limerenza- di lui o lei? Per esempio, se dovessi concludere questa frase: “Adoro quando ___________” cosa diresti?
Prenditi un momento per pensarci e, ogni tanto, comunica a partner alcune delle cose che ti sono venute in mente ora. Includi, mi raccomando, anche ciò per cui gli sei grato. Fidati: anche se alcune cose le sapesse comunque, gli farà sempre piacere sentirle.
Infine, se già fai tutto questo, benissimo: è un ottimo segno di benessere della tua coppia! E se invece sei single, puoi adattare questo esercizio alle persone importanti della tua vita, farà certamente bene sia a te che alla vostra relazione.
Ah, dimenticavo, scrivendo mi sono accorta di una cosa che mi fa impazzire di mio marito. Quando dico una parola con la erre in un modo più pronunciato del solito – e, se ci conosciamo da un po’, sai che la mia erre è già piuttosto evidente- lui, con sguardo tra il divertito e l’adorante, mi chiede di ripetergliela. E se non enfatizzo abbastanza la erre, sorridendo insiste: “Dilla bene”. Mi fa sentire felice come una bambina di fronte al suo dolce preferito. Limerenza totale.