ASCOLTA, SE VUOI
Il form della Fabbrica della Psiche di questo mese chiedeva: Ti va di dirmi cosa vuol dire, per te, la parola delusione? A cosa la associ? Ecco alcune delle vostre testimonianze, seguite da qualche riflessione.
La delusione, per voi
“Quando penso a questa parola, si presenta nella mia mente anche la parola amore: delusione d’amore. Soffermandomi però su questa parola (direi per la prima volta) mi accorgo che in realtà è un’esperienza che si può vivere quotidianamente con altri tipi di relazione, come con un’amica, una figlia, anche in un rapporto al lavoro. E mi rendo conto che la delusione è strettamente collegata alle aspettative che uno ripone nei riguardi di una persona. Quindi direi che se riponiamo nelle nostre relazioni delle aspettative troppo esigenti o non adeguate alla situazione in cui ci troviamo, la possibilità di sperimentare la delusione aumenta considerevolmente. Credo che ciò accada perché siamo solo capaci di ascoltare il nostro discorso (interno) e non ci sforziamo di ascoltare gli altri.” Beatrice
“Di recente, ho investito molto in una relazione dove pensavo di essere amata e al sicuro, invece poi così non è stato. Ancora oggi, a seguito di questa delusione, temo di non essere meritevole dell’amore così come lo vorrei. Ho iniziato a pensare di avere delle aspettative troppo alte, ma in fondo non credo che sia così. Tutti gli altri aspetti della mia vita vanno bene: lavoro, famiglia, amicizie, qualità del mio tempo. Ma se penso all’amore romantico, di coppia, la delusione risuona ancora, e mi rende un po’ triste.” Elisa
“Associo la delusione alle aspettative che credo nascano quando idealizziamo persone o situazioni e quindi per la maggior parte si creano nella mente. Una parte di responsabilità però è da dare anche all’altro, che si promuove al meglio e forse all’inizio mente sugli aspetti meno piacevoli. Dovremmo educarci alla delusione per non stare poi troppo male, visto che capiterà a tutti e più volte nel corso della vita.” Cristina
“Delusione è tristezza e rabbia e rimane lì, raramente riesco a rielaborarla, e se accade, ho bisogno di molto tempo.” Daniela
“Per me la delusione è rivolta più a me stessa. Talora fa male, ma è vero che può insegnare a stare nell’accoglienza, nella parte affettiva e a ridurre l’onnipotenza, che a volte è una mia caratteristica.” Ermidiana
“Mi chiedo se la paura della delusione abbia nel tempo, in maniera per me più o meno consapevole, inibito alcune mie iniziative.” Arianna C.
“Delusione è un misto di tristezza e amarezza per ciò che non è andato come avrei voluto. È rendermi conto di un’altra realtà rispetto a quella mentale, ma anche accorgermi meglio di ciò che voglio ed è adatto a me. La delusione elaborata è una spinta verso ciò che desidero.” Francesca
“Mi spiace che le delusioni passate mi abbiano resa meno fiduciosa…” Bry
“Dalla delusione imparo sempre qualcosa. Qualcosa di me, qualcosa degli altri… e questo resta comunque un bene.” Eleonora
“La spinta a cercare e desiderare mi porta a continue delusioni. Vorrei sapermi accontentare, non desiderare per non venire delusa, perché la delusione è fatta di pezzetti di te persi per strada.” Elena
“Delusione mi parla di sconfitta. Delusione mi parla di rinascita. Delusione mi parla di debolezza. Mi parla di dolore. Delusione mi da la forza per guardarmi dentro ed andare avanti con un pezzettino nuovo di me.” Antonella
“Aver atteso qualcosa o qualcuno e poi accorgersi di essere seduta sola, in una stanza vuota, con una candela tenuta accesa per un festeggiato che non verrà mai. Rimane solo da spegnere il fuoco e ritrovarsi al buio.” Valentina
Cos’è la delusione?
La delusione è l’esperienza dolorosa del vedere le proprie aspettative infrangersi sugli scogli della realtà. A volte il dolore è lieve: incontriamo piccole delusioni ogni giorno, da un film che non ci entusiasma come avremmo sperato, a un treno che arriva in ritardo, passando per una riunione che non va esattamente secondo i nostri piani.
Altre, il dolore è così forte da togliere il fiato e spezzare il cuore in due, e questo dipende tanto dalla dimensione dello scarto tra ciò che avevamo immaginato, sognato e desiderato… e ciò che è. Oltre che dalle delusioni passate non elaborate, che restano ferite aperte sulle quali le nuove delusioni cadono come sale.
Delusione e aspettative, insomma, vanno a braccetto.
Le fasi della delusione
Ti propongo di riflettere sulla delusione attraverso la teoria di Elisabeth Kübler-Ross sull’elaborazione lutto, perché anche la delusione è una perdita – dell’ideale verso una realtà difficile da accettare o comunque sgradita- e necessita dei suoi tempi di elaborazione. Ecco dunque le fasi della delusione:
1. Negazione o shock
“Dai non ci credo!”, “Non sta accadendo davvero!”, “Non un’altra volta!” sono le classiche frasi da shock da delusione. Nella fase di negazione o shock, non vogliamo credere al cambiamento che sta accadendo di fronte ai nostri occhi e facciamo un po’ come gli struzzi, che mettono la testa sotto alla sabbia nella speranza di proteggersi.
2. Rabbia
Quando ci rendiamo conto che il cambiamento è reale e avrà certamente un impatto su di noi, iniziamo a pensare o dire frasi come: “Perché proprio a me!”, “Non è giusto!”, “Mi rifiuto anche solo di prenderlo in considerazione”.
In questa fase, andiamo spesso alla ricerca di un colpevole: potremmo essere noi, un’altra persona, il governo, Dio… Diventiamo molto irritabili e tutto e tutti ci danno un po’ fastidio. Vediamo magagne e difetti ovunque.
Conosco persone che restano, loro malgrado, intrappolate in questa fase per anni. Non accettano la delusione come parte della vita e, non potendo controllare persone e situazioni, s’infiammano per poco e vivono tutto come un oltraggio personale.
3. Contrattazione
Nella fase di contrattazione, facciamo un ultimo tentativo di controllare l’incontrollabile. A volte, in questa fase, cerchiamo di negoziare con il presente, dicendo a noi stessi che le cose possono ancora tornare come prima se ci mettiamo un po’ di impegno, o di fede, o compiamo una magia.
Altre volte, cerchiamo di negoziare con il passato e ci diciamo che se avessimo fatto o detto – o non fatto o non detto- alcune cose, allora tutto sarebbe andato diversamente e la delusione che è poi arrivata con tutto il suo peso di dolore non si sarebbe mai presentata.
“Avrei dovuto”, “Non avrei dovuto”, “Se solo avessi”, “Se solo fossi stata/o…” sono tipici pensieri di contrattazione con il passato. Li trovi al termine sofferto di una storia d’amore, dopo un fallimento lavorativo, così come in tutte le situazioni in cui la delusione si manifesta.
4. Depressione
Nella fase cosiddetta “depressiva” – attenzione, non è detto che sia una depressione di tipo clinico, ma la fase si chiama così- ci concediamo finalmente di vivere la tristezza che comprensibilmente ci assale nel momento in cui iniziamo a venire a patti con la realtà.
Vivere la tristezza può fare molta paura ed è per questo che alcune persone non arrivano mai a questa fase. C’è chi preferisce la rabbia, che in fondo è anche un po’ un tonico. E chi fa una scelta ancora più drastica: evita di desiderare e sognare, perché teme che la tristezza possa annichilirlo.
“Mi sento così triste che nulla ha senso” e “Non ho più la forza neanche di provarci” sono pensieri frequenti in questa fase, in cui a volte sentiamo proprio che ci mancano le energie e anche il mondo ci sembra un po’ spento.
5. Accettazione
“Me ne farò una ragione”, “Posso affrontare la situazione”, “Supererò anche questa” sono i pensieri che arrivano nella fase di accettazione, quando smettiamo di combattere la realtà.
Accettare non è rassegnarsi, ma prendere atto che le cose sono così come sono, ora. È di per sé molto riposante e consente il riemergere di nuove energie. Quando accettiamo, si apre uno spazio creativo che ci permette di esplorare, riflettere e imparare le lezioni che è bene imparare, senza indurirci. Il mondo torna a offrirsi alla nostra immaginazione, come in questi versi della poesia Oche Selvatiche di Mary Oliver:
Chiunque tu sia, non importa quanto solo,
il mondo offre sé stesso alla tua immaginazione,
come le oche selvatiche ti chiama, aspro ed eccitante – annunciando ancora e ancora il tuo posto
nella famiglia delle cose.
La delusione, per te
Prendi carta, penna e un momento libero da interruzioni, in un luogo tranquillo, per rispondere a queste domande:
- Scrivi le prime tre frasi che ti vengono in mente se ti dico: “Delusione”.
- Che emozioni associ alla delusione? Di nuovo, scrivi senza troppo pensare.
- Se stai vivendo una delusione, in che fase della delusione sei? Puoi darti il tempo di viverla?