La Locanda, di Rumi
La Locanda, di Gialal al-Din Rumi, è una delle poesie più note tra chi insegna e pratica la mindfulness. Un invito – provocatorio forse, controintuitivo di certo- ad accogliere ciò che proviamo anche quando è difficile e vorremmo scappare a gambe levate oppure trasformarlo subito in qualcosa di più tollerabile.
Non si tratta di subire in modo passivo ciò che accade, ma di fare una scelta coraggiosa e radicale: iniziare a osservare, a fare spazio a ciò che proviamo, prima ancora di affannarci a cambiarlo. Potrà forse sembrarti strano, ma permettere ogni alle cose di essere semplicemente così come sono è molto rilassante. Ed è anche profondamente trasformativo, perchè è solo facendo amicizia con la nostra esperienza così com’è che possiamo prendercene cura.
È come una locanda l’essere umano.
Ogni mattina, qualcuno che arriva.
Gioia, tristezza, squallore,
rapidi e fuggevoli si presentano alla coscienza,
visitatori inattesi.
Accoglili di buon grado!
Anche se una folla di afflizioni
irrompe impetuosa nella tua casa
spazzando via ogni arredo,
onora ogni ospite.
Forse ti sta ripulendo
per prepararti ad un piacere nuovo.
Pensieri cupi, vergogna, risentimenti:
apri loro la tua porta ridendo,
invitali ad entrare.
Ringrazia chiunque si presenti,
perché è una guida
che ti è stata mandata da lontano.