ASCOLTA, SE VUOI
Il form della Fabbrica della Psiche di questo mese chiedeva: Ti va di dirmi cosa vuol dire, per te, la parola disciplina? A cosa la associ? Ecco alcune delle vostre testimonianze, seguite come sempre da qualche riflessione.
“Disciplina… una parola che in prima battuta ha per me una connotazione negativa. Mi ha subito richiamato alla mente la me che si è sempre imposta regole rigide e a volte assurde pur di essere sempre perfetta agli occhi degli altri e di se stessa. Una rigidità che a volte mi ha impedito di vivere delle esperienze che, a pensarci ora con sguardo più libero, avrebbero potuto anche essere belle!” Francesca
“Associo la parola Disciplina alla parola Costanza e quindi alla parola Motivazione. Mi rendo conto che se la mia motivazione non è profonda, mi è molto difficile essere disciplinato” Michele
“Per tanto tempo ho pensato che la disciplina fosse qualcosa di profondamente scomodo, noioso, non spontaneo. Poco adatto alla mia personalità un po’ ribelle. Poi sono cresciuta e ho capito quanto questo pensiero sia autosabotante. Ho visto persone attorno a me raggiungere traguardi molto importanti, e mentre un tempo avrei commentato dicendo “eh vabbè, ma lui/lei hanno questa o quella dote”, oggi so che i loro risultati sono arrivati soprattutto perché si sono imposte una disciplina.” Arianna
“Quando ero piccola mia mamma mi diceva che bisognerebbe crescere i figli con la stessa disciplina degli spartani. Col tempo questa parola ha assunto per me un significato più morbido: ho quantomeno scoperto che, se sana, è spesso funzionale al raggiungimento di un obiettivo. Quando, poi, è arrivata nella mia vita la Mindfulness, “disciplina” è diventata una parola magica, mai aggressiva o soffocante, ma gentile. Un’ancora di salvezza che ha un ruolo fondamentale nel prendermi cura di me, quindi, della mia vita.” Emilia
“Per me disciplina ha un suono acuto e una texture ruvida. È un vestito che mi han detto di indossare ma mi è stretto. Sto da poco imparando che la disciplina può essere guidata da me dall’interno e può essere gentile e, perché no, anche più comoda.” Eleonora
“Un investimento per il mio sé futuro. Uno strumento per mettere ordine e struttura nei momenti di confusione. Un modo fermo e gentile di prendermi cura di me proprio quando non ne ho voglia.” Claudia
“La parola disciplina mi evoca purtroppo regole ferree impostemi da bambina. Sacrificio e resistenza, per cose che non erano alla mia portata né tantomeno desideravo fare.” Lidia
“Disciplina, difficoltà, impresa, fatica. Mi vengono in mente parole impegnative, adulte, faticose. Disciplina è seguire la dieta, studiare con regolarità, non fermarsi finché non si arriva alla metà con costanza e metodo. A volte per me è mancanza di respiro, incastro in una strada senza uscita…Possibile? Forse per questo tendo a disertare” Marce
“Ultimamente, per me disciplina significa volermi bene. Essere disciplinata con le parole che uso per me stessa, cioè usarne di più gentili e meno critiche. Disciplina nel capire che farmi il letto tutti i giorni significa che ho fatto qualcosa di buono per me. Disciplina nel mettere paletti perché per me è una delle cose più difficili da fare. Sono cresciuta con dei genitori esigenti perché quando si è tanti in famiglia, e con pochissime risorse, la disciplina ti salva e diventa uno strumento che, se usato bene, ti fa nuotare anche in mezzo a un mare infestato di squali. Poi, un po’ la odi… ma poi la capisci e cominci quasi ad amarla e non ha più quella connotazione negativa da cui volevi liberarti” Paola
“Capacità di rimanere se stessi e non perdere il controllo nelle situazioni difficili. Andare avanti verso l’obiettivo senza distrazioni” Noemi
“La disciplina per me è avere rispetto di tutti e tutto, nel limite del possibile. È essenziale che ci sia nella vita, è equilibrio.” Cristina
“In positivo è impegno, dedizione, perseveranza, modo di essere, regola, risultato. In negativo è rinuncia, trattenimento delle emozioni, nascondere le vere reazioni in nome di un’apparenza pacifica e risoluta.” Martina
“Un senso di soffocamento alla gola mi pervade appena rievoco questa parola. È molto legato alla mia storia personale: mi rendo conto di aver vissuto di attenzione a ciò che andava fatto e a come dovevo essere, e di frustrazione e senso di colpa quando non raggiungevo gli obiettivi che erano nella mia testa. Mi apro alla possibilità di poter riabilitare questa parola e vedo un unico modo: che la disciplina vada a braccetto con due amici che si chiamano Desiderio e Passione. Diventerebbe allora l’amica utile, quella organizzata e saggia che non ti fa perdere tempo e trova soluzioni per un fine comune: crescere in armonia con ciò che si desidera.” Ilaria
“Sono felice di aver potuto sperimentare la disciplina in un tempo in cui era ancora ritenuta un valore!” Gianluca
Disciplina non è una parolaccia
Sulle magliette dello staff del Jackie O’ Mykonos, uno dei miei locali preferiti al mondo, c’è scritto: “Disciplina non è una parolaccia”. Ogni volta che mi viene in mente, sorrido e penso che forse dovrei andare a lavorare al Jackie O’.
I miei primi ricordi sulla disciplina risalgono alla danza classica, che ho ballato dai 4 agli 8 anni. Oltre a un insieme di saggi, tutù e chignon di cui andavo letteralmente pazza, ricordo la fatica nel dovere costantemente recuperare il controllo del corpo e il senso infinito di soddisfazione e libertà quando, finalmente, sentivo di padroneggiare nuovi passi e sequenze.
Sono state esperienze meravigliose, che mi hanno permesso di sentire il lato buono della disciplina, quello che vede il sacrificio non come fine a sé stesso, ma come mezzo per migliorarsi e migliorare la propria vita. E così, oggi, per me la disciplina è una scelta lungimirante e gentile, che mi porterà premi o eviterà guai.
Certo, se da bambini è stata impartita da adulti troppo esigenti e troppo poco affettuosi, disciplina potrebbe anche sembrare una brutta parola… facciamo dunque un po’ di chiarezza.
Il lato oscuro e il lato chiaro della disciplina
È un po’ come se la disciplina avesse un lato chiaro e un lato oscuro. Il lato oscuro della disciplina è rappresentato dal controllo rigido e dall’imposizione di regole fini a sé stesse. Se fosse un pensiero, sarebbe: “Tu… fai quello che dico io”. È un’obbedienza imposta, senza amore. Una forma di violenza che a volte si fa agli altri e, purtroppo, altre volte a noi stessi. La disciplina oscura sfianca, ma non porta da nessuna parte, a meno di non fare grandi danni alla nostra salute mentale, perché è fredda, distaccata dalle nostre inclinazioni e desideri più profondi.
La disciplina chiara è tutta un’altra cosa. È una forza benevola, una maestra, una guida amorevole che guarda e vede lontano e che esercitiamo tantissimo con la pratica della Mindfulness. Ci permette di attraversare percorsi anche molto faticosi e impervi, in nome di ciò che potremo trovare dall’altra parte. Spesso, non ci lascia delusi.
È grazie a questo tipo di disciplina che possiamo essere non solo persone oneste – che cercano cioè di fare la cosa più giusta, non quella più facile- ma anche capaci di concentrarci su un compito. Qualcuno dice persino che una vita senza disciplina è una vita senza radar. Credo che abbia ragione e, per tornare alla frase sulle magliette del Jackie O’ Mykonos: “Disciplina non è una parolaccia”, una vita senza disciplina è una vita senza divertimento – e, ve lo posso assicurare, al Jackie O’ ci si diverte davvero un sacco.
La disciplina, per te
Prendi carta, penna e un momento libero da interruzioni, in un luogo tranquillo, per rispondere a queste domande:
- Scrivi le prime tre frasi che ti vengono in mente se ti dico: “Disciplina”.
- Che emozioni associ alla parola disciplina? Di nuovo, scrivi senza troppo pensare.
- Sino ad ora, quale delle due ha influito di più sulla tua vita: la disciplina oscura o la disciplina chiara? Perché?
- Se, a pesare, è stata la disciplina oscura, cosa stai facendo, o intendi fare, per passare al lato chiaro?