ASCOLTA, SE VUOI
Il form della Fabbrica della Psiche di questo mese chiedeva: Ti va di dirmi cosa vuol dire, per te, la parola riposo? A cosa la associ? Ecco alcune delle vostre testimonianze, seguite come sempre da qualche riflessione.
“Se vuoi raggiungere obbiettivi devi lavorare e non oziare. Se vuoi raggiungere un IO creato nella tua mente non puoi perdere tempo riposando.” Federica
“La parola riposo è entrata a fare parte del mio vocabolario quando ho iniziato a volermi un po’ più bene. In passato me ne sono sempre concessa poco di riposo, sbagliando e non sapendolo. Fin da piccola riconoscevo come vera solamente la formula: “senso del dovere”; ed è chiaro che per il riposo non ci fosse spazio se non nei momenti in cui arrivavo allo stremo delle forze, fisiche e mentali. Oggi il riposo è parte delle mie giornate, è la mia conquista personale. Non mi concedo il riposo come premio produzione. Oggi, finalmente, mi riposo e basta.” Arianna
“Riposo: qualcosa di cui ho un grande bisogno ma che non mi concedo e quando lo faccio è perché sono in pari con i DEVO o perché il mio corpo cede. Ogni volta, ad ogni cedimento mi ripeto che così non va bene e che dovrei ascoltarmi senza se e senza ma. Ancora non ho imparato ma mi sto impegnando…” Donatella
“Appena ho letto la mail con la parola riposo, mi è piombata addosso una grande stanchezza. Forse l’unico vero riposo che ho fatto nella vita è stato quello di quando ero a scuola, durante i mesi estivi. Durante quel tempo era legittimo riposarsi.” Giulia
“Per me riposo sono dei pantaloni comodi da indossare, una felpona in cotone avvolgente e la libertà di dimenticare il cellulare in un’altra stanza. Anche avere uno spazio tutto mio in cui stare tranquilla è riposo.” Letizia
“Riposo significa godere della solitudine, stare comodi a dormire o a ‘nulleggiare’ senza nessuno intorno che giudica. Significa stare tanto tempo a osservare il tragitto delle formiche o il movimento dell’acqua in un ruscello o sentire il venticello dolce che mi accarezza. Chiudere gli occhi e riaprirli per inseguire le nuvole in cielo e sentire cicale, uccellini e campanelli delle pecore. Ho passato tanto tempo in questo modo da giovane, era meraviglioso. Ora sono in pensione e quando riposo mi sento un po’ in colpa perché dovrei fare movimento, dovrei vedere gente, dovrei…” Anna
“Per me riposo è dire stop all’assedio della quotidianità, al vortice delle cose da fare, dimenticare l’orologio e l’agenda, e respirare. Senza aver paura del vuoto che mi si apre davanti, ma vivendolo come un universo di infinite possibilità.” Francesca
“Alla parola riposo associo quello che per me è il suo contrario: la parola dovere. Il riposo per me è il lasciare spazio alla leggerezza, alla creatività, all’improvvisazione. Il riposo per me è riuscire a stare nel qui e ora.” Sara
“Riposo… lo rifiuto quasi fosse una perdita di tempo. Faccio fatica, so che è necessario, una ricarica per il corpo e per la mente ma trovo sempre qualcosa da fare, me lo permetto poco. Dovrei essere più gentile, hai ragione a ricordarlo, ne farò tesoro.” Barbara
E ancora…
“Ricarica, rigenerazione fisica e mentale, tempo per me. Sono un iper-attivo e adoro usare le mani per fare. Anche se non sono bravo come mio padre, ho imparato a dire ‘stop”, per poi riprendere meglio di prima.” Pietro Mauro
“Riposo quando posso disporre del mio tempo libero come voglio. Riposo è anche annoiarmi, è leggere al fresco, è prendermi tempo per preparare un bel pranzetto, è gironzolare senza una meta né uno scopo.” Chiara
“Riposo per me significa rinascita, come dalle ceneri di una fenice. Riposo è ristorazione, modalità stand-by in cui i pensieri si quietano per far spazio al nuovo, all’utile, al dilettevole, eliminando le contaminazioni di pensieri negativi ricorrenti, preoccupazioni, elucubrazioni. Sotto le coperte, sorseggiando una tazza fumante di cioccolata calda, in compagnia di chi amiamo, o in balia di noi stessi… Riposo è anche nascondere il cellulare, l’orologio, l’agenda, chiudere gli occhi per osservarsi interiormente e risvegliarsi indossando un nuovo paio di occhiali, in modo da vedere il mondo da un’altra angolazione.” Karim
“Riposo è quell’istante di pace prima e dopo una tempesta. È come un respiro che ti appaga, che ti fa prendere aria quando torni a galla. A volte il riposo è lungo, a volte corto. Bisogna imparare a prenderselo, a goderselo, perché alla fine ce lo meritiamo.” Erica
“Devo alla mia famiglia il fatto che non conosco il senso di colpa per il tempo che mi concedo riposandomi, che sia un sonno ristoratore o lo stare sul divano a leggere. A casa mia si è sempre fatto il riposino, la siesta, sbracarsi a fare nulla senza tempo. È parte del piacere della vita, è una preziosa fonte di energia, è necessità fisica. E le migliori intuizioni le ho sempre avute a mente riposata, appena sveglia, dopo una notte di sonno.” Ilaria
“Anche io, come te, ci ho messo molto tempo a capire l’importanza del riposo. Il riposo del corpo è più facile perché ho la fortuna di dormire bene. È il riposo della mente e del fare, la sfida più grande. Ancora oggi, l’identificazione con il fare è fortemente radicata nella visione che ho del mio successo (inteso come “è avvenuto/ sono esistita”). Mi conquisto il riposo dopo un allenamento perché so quanto è importante per la continuità e crescita della prestazione sportiva. Oppure dopo una lunga giornata di lavoro.” Caecilie
Riposare non è peccato
Un giorno di sole di una ventina di anni fa, quando vivevo ancora a Londra, sono scoppiata a piangere all’improvviso mentre, in automobile, la mia amica Golnar mi stava aiutando a fare un trasloco. Ero stanchissima, ma non me n’ero accorta sino a quando Golnar, con benevola fermezza, mi ha guardata negli occhi dicendo: “Sei stanca, devi riposare”.
Ricordo di avere accolto le sue parole con una sorta di sgomento misto a sollievo. Non solo non mi ero minimamente resa conto di aver chiesto troppo a me stessa, ma finalmente qualcuno mi stava autorizzando a fermarmi e a prendermi cura di me!
Ci sono voluti molti anni – e tanta mindfulness– affinché io imparassi ad ascoltare il mio corpo e ad accettare che anch’io, come tutti, ho bisogno di momenti di quiete. Un giorno, un medico mi disse: “Signora, anche Wonder Woman ogni tanto si riposa”.
Oggi, riposare per me è un must. Una necessità che proteggo con le unghie e con i denti. Se non sono riposata, non riesco a dare la giusta attenzione alle cose e alle persone che amo. E poi, se non riposo, se non ozio, se non mi rilasso, se non mi svago… la mia vita si fa grigia, divento una specie di automa e mi sembra che tutto perda di sapore.
Ho bisogno di riposo come dell’aria, è la mia benzina per l’entusiasmo e sono felice di averlo finalmente capito.
Perché riposare è difficile
Quando è stata l’ultima volta in cui hai riposato davvero? In un mondo che va di fretta, riposare è una sfida.
Non solo per la presenza pressoché costante dei telefoni cellulari nelle nostre vite, che fa sì che anche quando potremmo star seduti a far nulla, o magari interagire con uno sconosciuto, chiniamo la testa sullo schermo alla ricerca quasi spasmodica di un nuovo stimolo.
Ma perché la nostra non è una cultura che valorizza il riposo. Aspiriamo al multi-tasking, non viviamo senza to-do-list, esibiamo agende piene… e se da una parte dichiariamo di sentirci sopraffatti, dall’altra la presenza di tutti questi impegni ci dà una sorta di perverso sollievo: “Faccio, dunque sono” sembra essere il mantra dei nostri tempi. Almeno per molti di noi.
Persino chi è stato fortunato ed è cresciuto in un contesto che valorizzava il riposo, o chi è comunque giunto, magari sbattendoci anche un po’ la faccia, alla consapevolezza di quanto riposare sia importante, non sempre riesce a farlo libero da sensi di colpa. Ma deve trovare una sorta di giustificazione, un po’ come quando si bigiava l’ora di matematica a scuola. Riposo, insomma, come merito più che come diritto. E solo dopo mille fatiche, altrimenti conviene non farlo sapere troppo in giro…
Perché riposare è importante
Eppure, riposare è fondamentale. Basterebbe ascoltare di più il corpo, invece che essere tutti nella testa in preda ai nostri “Devo (fare)” e “Non posso (fermarmi)”, per accorgerci di quanto ne abbiamo bisogno e del fatto che, a volte, ci ammaliamo proprio per mancanza di riposo. Riposare riduce lo stress. Ci permette di ricaricarci e di avere, dunque, più energie. Aiuta il corpo e la mente a funzionare in modo ottimale e migliora la qualità del sonno.
Già. Perché riposare non è dormire, ma una scelta attiva. Ogni scelta che ci permette di liberare tensione, di ricaricarci, di aumentare il nostro benessere psicofisico è riposo e, in questo senso, il riposo assomiglia a qualcosa di simile ma diverso per ognuno di noi. Per alcuni potrebbe essere farsi una bella nuotata. Per altri leggere un libro o guardarsi un film o, ancora, meditare. Per altri ancora stare un po’ sdraiati a sentire il vento sulla pelle e il corpo che si rilassa così, semplicemente, senza fare altro.
E anche se tendiamo a dimenticarlo, il riposo non dovrebbe essere qualcosa a cui diamo spazio solo in vacanza, ma un’attività fondamentale della nostra vita quotidiana. Come fare la spesa, mangiare, portare i figli a scuola o andare in ufficio. Il riposo non è un merito: è un diritto.
Riposare, per te
Prendi carta, penna e un momento libero da interruzioni, in un luogo tranquillo, per rispondere a queste domande:
- Scrivi le prime tre frasi che ti vengono in mente se ti dico: “Riposare”.
- Che emozioni associ alla parola riposare? Di nuovo, scrivi senza troppo pensare.
- Quando è stata l’ultima volta in cui ti sei davvero riposato?
- Che cosa è riposante per te?
- Riposo vuol dire anche stare più a contatto con noi stessi: che effetto ti fa?
Ci vediamo a settembre con i nuovi corsi, a presto!
Caro