Cos’è l’ambivalenza affettiva?
Ambivalenza affettiva. L’altro giorno, in auto, ascoltavo Superclassico di Ernia. Hai presente? “Forse io mi sento che forse un po’ ti penso. Dio, che fastidio”. Ecco, se dovessi scegliere una canzone che descriva l’ambivalenza, sceglierei questa.
L’ambivalenza è uno stato di tensione psichica in cui una parte di te prova e vorrebbe una cosa, e un’altra ne prova e ne vorrebbe un’altra.
Può provocare disagio e ansia, specialmente quando pensiamo, sbagliando, che non sia normale, o quando diventa paralizzante – e allora non ci sono parole da leggere qui che tengano: servono la psicoterapia e la mindfulness.
In ogni caso, siccome nella nostra cultura si tende a spingere sull’importanza di sapere quello che vuoi e, talvolta, a idealizzare l’amore come un sentimento dove non c’è spazio per la negatività, allora l’ambivalenza può fare paura e può essere vissuta come il segno che qualcosa non va.
Una quota di ambivalenza emerge in ogni relazione adulta sana
Quindi, oggi vorrei dirlo chiaramente: c’è un’ambivalenza che immobilizza e angoscia, per scioglierla serve un lavoro psicologico che ci aiuti a snodare qualcosa che ha origini antiche. Anche la mindfulness può essere di beneficio, perchè permette di stare con l’ambivalenza, di lasciare che esista dandoci il tempo di conoscerla a fondo. Spesso, questo tipo di attenzione, da sola trasforma e guarisce.
Tuttavia un po’ di ambivalenza non è il segno di mancanza d’amore, ma emerge in ogni relazione adulta sana, in cui si crea una reale intimità con un altro essere umano.
Abbracciare il desiderio di essere vicini ma anche di avere spazio, quello di sicurezza ma anche di libertà, e l’inevitabilità dell’amare e non amare alcune cose che partner dice e fa, è segno di buona salute della relazione.
Usciamo dal mondo delle fiabe e di alcune commedie romantiche, bellissime da leggere e guardare ma da non confondere con la vita reale, e celebriamo, vi prego, i nostri “Ti amo, ma a volte mi dai sui nervi”!
Di questo e altro a tema ambivalenza ho parlato con Francesca Favotto per Vanity Fair Italia.