“‘Mindfulness? Meditazione? Ho letto un libro. So tutto!’ E’ questa la reazione di molti amici quando dico che ho fatto il programma MBSR con Carolina. Se anche voi pensate di sapere tutto, sappiate che non sapete nulla. La mindfulness è prima di tutto pratica. E non si ha bisogno di niente per praticare, a parte una guida capace come Carolina e se stessi.

A me, che ho una malattia autoimmune, il programma MBSR è stato consigliato per ridurre lo stress. E per farlo si comincia dal respiro. Che cosa c’è di più semplice e gratuito? L’attenzione al respiro stesso! Non è per niente banale rimanere ancorati al proprio respiro senza distrarsi. Provateci! 🙂

Poi l’attenzione si concentra sul corpo, sulle sue sensazioni o sull’assenza di sensazioni. E anche non sentirne è attenzione, ascolto. Parliamo di sensazioni, non di visualizzazione del nostro corpo.

Nel corso del programma entra in gioco consapevolmente un’altra dimensione: quella mentale. Durante il programma, e con la pratica, a poco a poco mi sono resa conto di quanto siano condizionanti gli automatismi mentali ed emozionali, di quanto influenzino le “risposte” del corpo (e viceversa). Vi è mai capitato di “avere in testa un frullatore”? Emozioni, pensieri ripetitivi che succhiano energia (almeno a me) in maniera parassitaria. Ecco, praticando mindfulness sto imparando ad osservare le mie emozioni, a non respingerle, inseguirle o giudicarle, e cerco di sentire quali effetti abbiano sul mio corpo. Non c’è niente di passivo per me in questo. Quando riesco ad applicare la mindfulness alla vita quotidiana (è il suo scopo), mi sento vigile, più centrata.

Questa osservazione consapevole mi dà la possibilità di cambiare ciò che sta succedendo, di vivere il momento in maniera diversa.

 La consapevolezza mi permette anche  di vivere le cose positive in maniera più completa. Sì, nella vita non ci sono solo disgrazie: sentire pienamente la bellezza è un altro regalo della mindfulness.