Ieri mi sono svegliata con un grande blocco
Ieri mattina mi sono svegliata con un grande blocco. Un insieme di pensieri annodati di colore viola, con la punta rossa, e un grande desiderio di snodarli e di mandarli via… La loro presenza, così intensamente aggrovigliata, mi faceva paura. E più avevo paura, più ci entravo dentro tentando di risolverli. E più cercavo di tirare le fila, più i nodi si facevano grandi.
Poi, mi sono ricordata che la mindfulness non si applica solo al passato e al futuro, ma anche al presente. E che praticarla significa anche, a volte, lasciare andare l’idea di come dovremmo sentirci per prendere atto del fatto che ci sentiamo semplicemente come ci sentiamo ora.
Così, mi sono seduta con il blocco. L’ho portato con me in palestra e al supermercato. Ho mangiato, lavorato, passeggiato, accarezzato il mio cane Iago insieme al blocco.
E mentre le ore passavano, ho scoperto che il mio blocco nodoso e spaventoso aveva tanto bisogno di attenzioni gentili: piangevo ogni volta che ne ricevevo una, anche piccola. Ti rapisco e ci vediamo a cena io e te? Hai bisogno di aiuto per fare quella cosa? aprivano cataratte di lacrime- piango molto quando sono molto stanca.
Nel tardo pomeriggio, mi sono fatta forza: ho accettato di mostrarmi vulnerabile e ho chiamato un’amica. Abbiamo parlato, ho pianto ancora, abbiamo riso, mi sono tranquillizzata. Il blocco non è sparito, ma si è fatto un po’ più piccolo e morbido.
A tutti noi capita di avere un blocco
A tutti noi può capitare di avere un blocco, e tutti noi vorremmo scacciarlo via. Ma la verità è che non si può, e che più ci ostiniamo a volerlo fare, più il blocco si fa grande e spaventoso. I blocchi non spariscono con la forza di volontà, ma con la cura.
Non c’è niente che non va con il blocco e con il fatto di averlo. Quello che non va è che siamo stati abituati a pensare che ci debba essere un interruttore per spegnerlo e che se non lo troviamo, siamo noi a essere rotti. Non è così. Con il blocco, bisogna fare amicizia.
A presto, Caro








