Questo articolo è tratto dalla newsletter di Carolina, per riceverla in anteprima puoi iscriverti qui.
Sei come mio padre!
È sera. Ennio e Gaetano sono a tavola, finalmente riuniti dopo il lavoro. La TV è accesa. Ennio fissa il televisore come se non stesse davvero guardando il TG. Lo sguardo di Gaetano, invece, si posa sul volto incupito di Ennio.
Gaetano, con tono tra l’accudente e l’inquisitorio: “Ennio, c’è qualcosa che non va, è successo qualcosa in ufficio? Hai una faccia…”
Ennio, sempre trapassando il televisore: “No no, tutto a posto”
Gaetano: “Non ci credo, è successo qualcosa, non me la racconti giusta”
Ennio: “Tranquillo dai, guardiamo il TG”.
Ennio mantiene la sua faccia scura mentre Gaetano continua a chiedersi cosa stia succedendo. Interagiscono a monosillabi attraverso una ventina di forchettate di bucatini e tre servizi televisivi uno più angosciante dell’altro. Gaetano, tornando alla carica: “Dai amore, è evidente che c’è qualcosa che non va, sicuro che non ne vuoi parlare?”.
Ennio, alzandosi per andare a prendere qualcosa in cucina, dopo un sospiro profondo che, però, non sa affatto di calma: “Ascolta, ho paura a dirtelo perché non vorrei che fraintendessi, però a volte penso che tu sia davvero un grandissimo egoista. Quel regalo che mi hai fatto per il mio compleanno è evidente che non lo hai fatto per me, ma solo pensando a te stesso. A me non piace per nulla ma tu te ne sei fregato perché, mi spiace dirtelo, sei un po’ come mio padre: una persona egocentrica ed egoriferita!“.
Gaetano cambia espressione manco fosse Giulio Cesare pugnalato da Bruto, con gli occhi che strabuzzano e la bocca che si apre per lo stupore. È non solo incredulo, ma anche indignato e profondamente offeso: “Ma cosa stai dicendo, sei impazzito? Assomiglio a tuo padre!? Tu sei completamente fuori di testa, non ti permetto di trattarmi così!”. Parte una lite memorabile.
Scopri di più sulla terapia dell’individuo e della coppia con Carolina
Il transfert
Se sei in una relazione da un po’, o ne hai vissuta una di una certa importanza, ti sarà capitato di trovarti almeno una volta in una situazione in cui partner reagiva in maniera esagerata, travisando le tue intenzioni sino a deformarne totalmente il significato, e di precipitare in un’accesa discussione trascinato dallo sgomento e dal bisogno di farti giustizia.
Forse ne hai tratto la conclusione che, pur provando molto amore nei suoi confronti, partner a volte è francamente un po’ fuori di testa. Tuttavia, quando si tratta di relazioni intime e profonde, a tutti noi può capitare di avere momenti in cui andiamo un po’ fuori di testa. Possiamo fare una scenata improvvisa per un paio di scarpe lasciate alla rinfusa, interpretando una banale disattenzione come uno sgarbo deliberato nei nostri confronti. O alzare la voce se partner prova a darci soluzioni nuove ad un problema per cui noi stessi gli abbiamo chiesto aiuto, perché nonostante questo ci sentiamo criticati. O chiuderci in noi stessi perché ha fatto un complimento a qualcuno che conosciamo e allora, vada pure a cercare le attenzioni di quella persona. Gli esempi potrebbero andare avanti per ore, sono certa che anche tu ne hai uno…
Quello che vorrei dirti oggi, e che mi preme che tu sappia, è che queste reazioni così intense e sproporzionate, che poco hanno a che vedere con ciò che accade nel presente e che in psicoterapia si chiamano transfert, vengono dalla nostra infanzia, un’epoca in cui eravamo troppo vulnerabili e inesperti per gestire situazioni emotivamente difficili in modo maturo, e abbiamo fatto quello che potevamo per sopravvivere. In altre parole, certe reazioni non sono follia, sono memoria emotiva. Per esempio in una famiglia caotica e imprevedibile abbiamo trovato consolazione nell’ordine. O abbiamo avuto un genitore sempre pronto alla critica, e questo fa sì che quando chi ci ama ci propone un punto di vista diverso dal nostro diventiamo sospettosi e ostili. O abbiamo sofferto per i costanti paragoni tra noi e un fratello, sentendoci meno amati di lui, e quando partner mostra ammirazione per qualcuno che conosciamo temiamo che non ci ami davvero.
La prossima volta in cui tu o partner avete una reazione esagerata
La prossima volta in cui partner ha una reazione esagerata, ricordarci del transfert può aiutarci a guardarlo con un po’ di tenerezza, e a chiederci chissà cosa ha vissuto quando era un bambino indifeso e cercava di cavarsela un po’ come poteva, cercando di non andare in pezzi. Potremmo persino, a tempo debito, chiedere: “C’è qualcosa di quello che sta accadendo/che è accaduto l’altro giorno/che continua ad accadere tra me e te che riguarda il passato?”.
Allo stesso tempo, se ci accorgiamo che siamo noi ad avere frequenti reazioni da transfert, questo potrebbe finalmente convincerci a fare qualcosa per prenderci cura delle nostre ferite non elaborate così da non riversarle malamente sulla relazione, con il rischio di appesantirla o di rovinarla. Per esempio, potremmo decidere di iniziare una psicoterapia, o di riprenderne una che magari abbiamo interrotto troppo presto.
Infine, una volta diventati più consapevoli dell’origine di alcune nostre reazioni inconsulte, raccontare alcuni pezzi dolenti della nostra storia alla persona che ci ama, non per trovare giustificazioni ma per darle una chiave di accesso anche alle nostre parti più vulnerabili, non può che rendere la relazione ancora più profonda.
Se ti interessa approfondire il tema del transfert nelle relazioni, ti consiglio anche Relationships. Learning to Love, di The School of Life – purtroppo non esiste una traduzione italiana.