Cosa hanno in comune Papa Francesco e la mindfulness?
Una pratica chiamata examen, già coltivata da Sant’Ignazio da Loyola nel XVI secolo e di cui Chris Lowney, un tempo seminarista gesuita e ora managing director presso JP Morgan, ha scritto questa settimana sulla Harvard Business Review.
Considerate l’examen alla stregua di un pit-stop mentale, per certi versi simile al mindful check-in, che si svolge in tre semplici passi.
Primo passo: ricordati per cosa sei grato in quanto essere umano.
Secondo passo: amplia la tua visuale, riconnettendoti con i tuoi obiettivi, le tue aspirazioni, i tuoi valori
Terzo passo: riguarda le ore che hai appena trascorso alla ricerca di ciò che puoi imparare. Per esempio, se ti sentivi agitato puoi chiederti cosa stava succedendo, se eri poco produttivo puoi chiederti perché. E puoi anche riflettere su come le persone e le sfide che hai incontrato sono un’occasione per crescere.
In sintesi: gratitudine, chiara visione, compassione e presenza. Da coltivare due volte al giorno, per cinque minuti.
Non credo ci sia bisogno di essere gesuiti, Papi o top manager per vederne l’utilità. Siamo tutti responsabili del nostro stato emotivo e mentale, e di come questo si riverbera intorno a noi.
Buona pratica!