“Andrà tutto bene”… davvero?
Li ho visti per la prima volta dal mio adorato parrucchiere, poco prima di restare tutti a casa. Ho preferito tacere. Eravamo già tutti provati e mi è parso più importante, in quel momento, prenderci cura di noi piuttosto che rischiare un dibattito. Poi, in quarantena, sono comparsi sui citofoni, sui pali della luce, nei negozi di alimentari, online… ovunque! Ne ho persino ricevuto uno allegato a una consegna di creme per il viso. Ultimamente la loro presenza è in retrocessione – forse vogliamo un po’ dimenticare? forse ci servono meno rassicurazioni? – ma prima che lo facciano completamente ho deciso di esprimere la mia impopolare opinione sui post-it con su scritto: “Tutto andrà bene!”, con grazioso cuoricino di accompagnamento.
Non è un fatto, non è una verità assoluta, ma piuttosto un insieme di riflessioni che ho voglia di condividere con te. Ciò che ti pare utile, tienilo. Lascia pure andare senza troppo pensarci, invece, ciò che invece ritieni non ti serva.
Pensiero positivo e coraggio esistenziale
C’è una grande differenza tra pensare positivo, sempre e comunque, e la capacità di coltivare il coraggio esistenziale. Il pensiero positivo a tutti i costi nasconde la verità emozionale, la paura e l’incertezza che inevitabilmente fanno parte del nostro percorso di vita. Ci impedisce, negandole a noi stessi, di gestire le emozioni e, negandole agli altri, di farli sentire accolti e riconosciuti. La conseguenza logica è che, nel tempo, rischia di danneggiare le relazioni, che diventano inautentiche quando viene proibito il diritto alla vulnerabilità. Guardati il Ted Talk “The gift and power of emotional courage” (“Il dono e il potere del coraggio emotivo”) della psicologa Susan David, se ti va di approfondire.
“Andrà tutto bene” è la faccia di una medaglia dove, dall’altro lato, compare il suo opposto: “Andrà tutto male”. Entrambe sono proiezioni della mente che cerca tranquillità su appoggi illusori. Sono certezze che nessuno di noi può avere perchè, a voler ben guardare – e già qui, ci vuole coraggio- sono sganciate dai dati di realtà. Anche quando ci basiamo sull’esperienza passata.
Perchè? Perchè il futuro è predeterminato sino ad ora, perchè tutto cambia, e perchè non possiamo controllare il cambiamento ma solo accettarlo, prenderci cura e seminare. E sì, certo, se proprio vogliamo, possiamo fare delle proiezioni, sapendo che sono dei film più o meno veritieri, ma pur sempre dei film.
Essere svegli, essere impavidi
Non so se andrà tutto bene o se andrà tutto male, o come andranno le cose. Nessuno di noi può saperlo con certezza. Ma so che possiamo coltivare la capacità di essere svegli, lucidi, aperti. Anche quando questo ci crea disagio. Possiamo imparare a stare con il disagio, il nostro e quello degli altri, accettando che, come il piacere, fa parte della vita. E conoscerlo bene, perchè questo ci aiuta a fare un passo in più, e a chiederci in che modo possiamo rispondere, con parole ed azioni che abbiano il dono dell’empatia e dell’incisività, oltre alla ricerca di consenso su un social network o al bancone di un bar – distanziati, chiaramente.
E poi, conviene ricordare che ogni momento è, sempre, un intreccio di aspetti positivi e negativi. Siamo tutti a casa e i delfini tornano nei porti. Riprendiamo a uscire e già c’è chi lancia le mascherine nei fiumi. Covid-19 o meno, ogni giorno nel mondo c’è chi soffre per le più svariate ragioni, in ospedale, al lavoro, per strada, a casa, su un barcone. Di cosa avrà bisogno? Come possiamo contribuire?
Buona pratica,
Caro
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