Riprende finalmente lo speciale #unpilastroallavolta, da un’idea di Maria Adele Piccardo (aka @meglioadele). L’illustrazione è di Sara Anna Allori (aka @sara.vocedicarta). Mi trovi su Instagram come @semplicecaro.
Non cercare risultati: il pilastro della mindfulness più controintuivo
Non cercare risultati è, forse, il pilastro della mindfulness più paradossale e sfuggente, per la semplice ragione che tutti viviamo nella cultura del fare e, soprattutto, del fare per ottenere. L’idea di stare semplicemente qui, senza scopo, curiosi del presente, è un concetto che ci è completamente alieno perché siamo convinti che c’è sempre qualcosa che dobbiamo aggiustare. A partire da noi stessi, e da ciò che proviamo.
E così, quando iniziamo a meditare, ci diciamo frasi che ci portano lontani da questo momento, come: “Ora mi rilasso”, “Adesso mi libererò da questi pensieri”, “Smetterò di sentirmi triste”, “Diventerò un’altra persona” e “Raggiungerò l’illuminazione”. È come se fossimo dominati dall’idea che, in fondo, c’è qualcosa che non va con noi e con la nostra esperienza interna. E che conviene, pertanto, impegnarci a correggerlo per diventare un’altra persona, al più presto.
Questa fantasia correttiva, oltre ad essere un atto di sottile ma reale aggressione nei confronti di noi stessi e della realtà, è l’ostacolo più grande al vedere che andiamo anche già molto bene così come siamo, e impedisce una trasformazione autentica che valorizzi le nostre caratteristiche più uniche e speciali.
Imparare a non cercare risultati ci indica un nuovo modo di stare con noi stessi. Quando smettiamo di cercare di arrivare da qualche parte, possiamo scoprire finalmente che siamo molto più forti e coraggiosi di quanto non avessimo immaginato, e che abbiamo in noi un serbatoio infinito di qualità che, ora che finalmente le abbiamo riconosciute, possiamo coltivare e portare con noi per tutta la vita.
Una pratica di mindfulness per non cercare risultati
Questa settimana, invece che resistere a ciò che è cercando di trasformarlo in qualcos’altro, diventa curioso della tua esperienza. Osserva, semplicemente.
Se sei ansioso, diventa curioso di questa esperienza. Se sei inquieto, arrabbiato, stanco, felice, euforico, diventa curioso. E coltiva la curiosità anche se ti senti in colpa, sulle spine, preoccupato o se provi vergogna, agitazione, allegria e tutte le infinite sfumature che ti rendono umano. Permetti alla tua esperienza di essere ciò che è in questo momento:Che sensazioni noti nel corpo? Che pensieri e immagini attraversano la mente? Che nome ha questa emozione?
Ricorda: la via migliore per ottenere risultati è non cercare risultati. Coltivando la pazienza, e con una pratica regolare, il cambiamento avverrà da sé, spontaneamente. Devi solo fargli spazio dentro di te.