Ho letto questa poesia ieri, come poesia della buona notte, durante il programma MBSR.
Per quello che siamo venuti a fare, di Cristiano Sormani Valli
Per quello che siamo venuti a fare,
per questo viaggio,
ci servirebbero occhi buoni
per riconoscere la strada
e domande per ascoltare il respiro
degli altri.
Ci basterebbe la gentilezza dell’albero
che cresce quando non lo vedi.
Una felicità plausibile e nient’altro
che faccia suonare le campane
quando il momento viene.
Da “La certezza delle mani”, di Cristiano Sormani Valli, Ed. Anima Mundi
La gentilezza dell’albero
La mindfulness può darci una visione più chiara di noi stessi e del mondo e una maggiore capacità di ascoltare gli altri, la loro storia, ciò che provano davvero. Sono gli occhi buoni per riconoscere la strada e le domande per ascoltare il respiro degli altri.
La mindfulness può darci anche una felicità plausibile, non fittizia e irraggiungibile. In un mondo dove la spinta è spesso ossessivamente migliorativa, con il risultato di non essere mai davvero contenti di niente, la felicità plausibile mi pare una grande conquista. Non è un accontentarsi, ma un saper apprezzare anche ciò che si ha. Scopri di più sulla gratitudine e sui suoi benefici in questo articolo su IoDonna e nel collegamente con Anna Pettinelli e Sergio Friscia su RDS.
Le parole che mi colpiscono di più, però, sono queste:
Ci basterebbe avere la gentilezza dell’albero
che cresce quando non lo vedi.
È un’umiltà generosa quella dell’albero, che fa ciò che sa senza chiedere di essere guardato, visto, ammirato. Non credo di esserne sempre capace, ma ho deciso che nei prossimi giorni questa sarà la mia pratica: tenere un po’ più a mente questo tipo di gentilezza che non chiede riconoscimenti in cambio.