Se siete già passati a trovarci in Semplicemente Spazio e abbiamo praticato mindfulness insieme avrete forse sentito, durante la meditazione guidata, l’invito a ricominciare da capo riportando l’attenzione alle sensazioni del respiro ogni volta che ci accorgiamo che la mente si è distratta, coltivando in questo modo qualità quali la pazienza, la perseveranza e la gentilezza.
In altre parole, l’invito è quello di non giudicarci negativamente perché la mente si è distratta – lo fa più spesso di quanto non crediamo- ma anzi di essere gentili con noi stessi concedendoci persino di provare una certa contentezza perché ce ne siamo accorti. In fondo, vuol dire che ci siamo risvegliati a questo momento e alle cose così come sono, e che siamo di nuovo qui. E considerato che se siamo altrove non possiamo vivere la nostra vita, potremmo anche dire che risvegliarsi è la base di qualsiasi vita che abbia un senso.
Essere gentili e ricominciare da capo. Se ci pensate è una scelta così rara da essere quasi rivoluzionaria.
E in effetti lo è. Non solo perché viviamo in un contesto socio-culturale troppo spesso deprivato di gentilezza – mi colpisce come alcuni di voi quasi si sciolgano quando sentono questa parola, il rilassamento nel vostro corpo è visibile, e ci fa stare bene, sappiatelo- ma anche perché essere gentili e ricominciare da capo è un’abitudine che, se praticata con costanza nel tempo, può renderci più liberi dalle cose.
Non parlo necessariamente di cose materiali. Parlo di condizioni mutevoli a cui tendiamo a resistere in vari modi e che in una mente non governata generano una proliferazione di pensieri, commenti e storie che talvolta diventano così pesanti che ci si appiccano addosso come il catrame sulle ali di un gabbiano. Cose accadute, cose da fare, cose fatte, cose da non fare, cose desiderate, cose non volute, cose immaginate, cose temute, cose sognate, cose evitate… Indipendentemente dalle cose che si sono depositate sulle nostre ali, così non possiamo volare.
Ma ogni volta che ci concediamo, con pazienza e gentilezza, di ricominciare da capo riportando l’attenzione sulle sensazioni del respiro e del corpo, coltiviamo un’abitudine alla libertà: smettiamo di credere a tutte le interpretazioni dell’esperienza che ci passano per la mente, per concederci finalmente di vivere pienamente l’esperienza stessa. La vita vera insomma, non quella che abbiamo in testa.
Non solo. Imparando ad essere gentili con noi stessi e a ricominciare da capo, più e più volte, nel tempo il mare delle cose che affollavano la mente si pulisce, l’orizzonte si fa più chiaro, e le nostre scelte più sagge.
E’ un processo naturale, che sostenuto dalla pratica meditativa può avvenire davvero al momento giusto, senza pesantezze e forzature, portandoci verso una trasformazione autentica.
In altre parole: avete presente quelle cose che vorreste cambiare del vostro comportamento perché sapete che non vi fanno bene, razionalmente lo vedete ma proprio non ci riuscite ad interrompere l’abitudine? Potrebbe anche essere che, dopo un po’ che praticate mindfulness, vi accorgiate che non sono più così radicate e forti, e che vi sorprendiate, di tanto in tanto, a pensare, sentire o dire qualcosa di diverso. Che è nuovo, sorprendente e fresco come una brezza che non sentivate da tempo. E che avvolge voi ma contagia anche a chi vi circonda.
Alcuni lo chiamano potere trasformativo della mindfulness, altri Mindfulness Revolution, tanto che ora negli Stati Uniti esiste anche la rivista Mindful, tutta dedicata alla possibilità ed al piacere di coltivare uno stile di vita all’insegna della presenza di mente, corpo e cuore.
Già, perché essere liberi, oltre che una scelta possibile, è anche un piacere.
Buon inizio di giornata a tutti.
E buoni voli.
Parole di cui avevo bisogno oggi. Ieri sera mi sono scontrata con una fortissima sensazione di rifiuto per la pratica e stamattina ho il nervoso addosso. Ma in qualche modo non vedo l’ora del II incontro!
Se può consolarti, è tutto nella norma… 😉 A stasera!
non so come mai ma questo articolo…sembra scritto per me…
Forse io ho solo un’ ala spezzata…
a domani e grazie… sono sicura che presto la mia ferita guarirà..
Un sorriso.
…che è nuovo sorprendente e fresco come una brezza che non sentivate da tempo..che convilge voi ma anche chi vi circonda…;);) Non c’è cosa più vera..
Le resistenze. Il mio analista le chiama così, le chiamava _non ci vado più_. Quel catrame sulle ali del gabbiamo resistono, il tempo passa e loro rimangono, l’ansia aumenta, ergo la spirale inizia e mi porta lontano da me. Il me vero almeno.
Ciao Giuliano, è proprio quello che si scopre con la meditazione mindfulness: che in noi c’è uno spazio più vasto che può accogliere ed osservare le cose senza rimanerne imprigionato, e che forse è proprio quel vero me a cui ti riferisci, un luogo calmo e vasto a cui possiamo tornare e da cui possiamo ripartire più e più volte. Certo si tratta di praticare, altrimenti è solo un bel discorso… Come diceva Patthabi Jois, un maestro di yoga molto conosciuto: “1% theory, 99% practice”!