Ludovica
Ludovica è una splendida trentenne. Intelligente, spiritosa, molto capace nella sua professione, molti la descriverebbero come una donna di mondo. Ma nelle relazioni con gli uomini ha un problema: non si concede di ascoltare né la rabbia né l’ansia, si sente sempre in colpa, accetta qualsiasi cosa. Si risente, certo, sa che non le fa bene farsi trattare così, ma appena esprime rabbia ha subito il timore di essere abbandonata. Il desiderio di sentirsi amata è più forte dell’esame di realtà che, per quanto doloroso, potrebbe proteggerla.
Da diverso tempo è in una relazione complicata, con una persona che forse la manipola. Eppure, Ludovica fatica a non cercarlo: ha una dipendenza affettiva.
La maschera dell’ossigeno
L’altro giorno ho chiesto a Ludovica se ha mai guardato le dimostrazioni dell’equipaggio prima che un aereo spicchi il volo.
Carolina: “Ludo, ma in caso d’improvvisa riduzione della pressione, a chi si mette la maschera per primi? Ai bambini o ai genitori?”
Ludovica: “Ai bambini?”
La risposta è… sbagliata. Prima la maschera devono metterla gli adulti, altrimenti, sotto gli effetti della carenza di ossigeno, non riusciranno a prendersi cura dei bambini.
Eppure, è una risposta che daremmo in molti… forse la daresti anche tu.
Prenditi cura di te
Quante volte, in effetti, ci siamo trovati a trascurare i nostri bisogni per le più svariate ragioni? A me è capitato, con gli uomini e non solo.
Ricordo per esempio tanti anni fa, un fine settimana al mare con Lorenzo, con cui uscivo da poche settimane, e i suoi amici. Avrei voluto incontrare la mia amica Giulia, che si trovava nella stessa località, ma temendo che il mio bello ci sarebbe rimasto male, non gli ho nemmeno accennato la questione. Giulia, sul momento, non ha capito e si è risentita. Lorenzo mi ha lasciata qualche tempo dopo, per fortuna Giulia ed io siamo ancora amiche.
Senza andare troppo lontano nel tempo, mi è capitato di far fatica a dire di no ad alcune richieste in ambito lavorativo, perché mi pareva più importante fornire aiuto, esserci per l’altro, piuttosto che verificare il mio livello di ossigeno. Le conseguenze sono state a volte minime, altre quasi deflagranti. Ho imparato, nel tempo, che talora ci raccontiamo come atto di generosità qualcosa che si chiama, invece, compassione dell’idiota.
Com’è il tuo livello di ossigeno?
Com’è il tuo livello di ossigeno? Se è basso, quali sono le conseguenze nel modo in cui abiti la tua vita e sulle tue relazioni? Cosa puoi fare per prenderti cura di te? Quali sono gli ostacoli?
Spesso le persone si regalano un Programma MBSR per “effetti da carenza di ossigeno”, che si manifestano con squilibri psicofisici più o meno evidenti a loro stesse o agli altri. Fermarci e stare un po’ con noi può essere un grande toccasana, per capire chi siamo e dove vogliamo andare davvero.
A presto. Carolina