Per tanto tempo mi sono chiesta come mai sia così difficile fermarci e stare un po’ con noi stessi. Spesso ci lamentiamo di avere giornate frenetiche, e alcuni addirittura affermano convinti: “Oggi non ho avuto neanche il tempo per respirare!” dimenticando che, se fosse vero, sarebbero già morti.
A volte ci piace pensare di desiderare una pausa. Ma quando ci viene offerta, per esempio in sala d’attesa dal medico o in coda da qualche parte, la mente si stizzisce pensando al tempo perso e alla prossima cosa da fare. Oppure, per non stare con un’emozione difficile, andiamo alla ricerca di un piacere che possa spegnerla almeno per un po’ – credo di non aver mai mangiato così tante torte come l’estate in cui mia madre era malata terminale.
Altre volte, consideriamo gli altri colpevoli della mancanza di pause nelle nostre vite. Recentemente ho iniziato un percorso di psicoterapia mindfulness-based con una donna – la chiameremo Laura – che ha trascorso il primo e il secondo dei nostri incontri lamentandosi della mancanza di supporto del marito nella gestione della casa e dei figli. Ora, insieme, stiamo iniziando a vedere che lei stessa è molto controllante, si sovraccarica, non vuole chiedere aiuto. Nel nostro ultimo incontro Laura ha scoperto che una parte di lei non vuole fermarsi, perché questo significa sentire una rabbia e una tristezza con cui non vuole avere nulla a che fare.
E’ un’esperienza comune a tutti quanti noi, questa del non volere stare con il dolore. Specialmente se non sappiamo come andare incontro al dolore. Temiamo che ci possa travolgere, e lo ignoriamo facendo finta che non ci sia o raccontandoci che evitare di sentirlo ci renda liberi. Ma ciò che portiamo nel nostro cuore è come la nostra ombra. Ci segue ovunque.
Provo molta simpatia per Laura. Per prendersi una pausa bisogna scoprire che possiamo stare con ciò che proviamo, senza che questo ci distrugga. Non è ovvio, né banale. Spesso pensiamo che se ci fermeremo verremo travolti, perché non sappiamo come stare sulla spiaggia quando il mare è in tempesta. La mindfulness suggerisce di rilassarci, di accogliere, di non forzare nulla. E’ così che scopriamo che tutto cambia, e che onda dopo onda non solo restiamo interi, ma diventiamo più coraggiosi ed empatici