Sbagliare treno e restare un giorno in più a Venezia
Come alcuni di voi sanno perché ci vediamo su Instagram, la scorsa domenica mi sono diretta alla stazione di Venezia-Santa Lucia, per poi scoprire all’ultimo minuto che il mio Frecciarossa partiva da Mestre. Ho dunque perso il treno con il quale pensavo di tornare a Milano quella sera, e ho dovuto rimandare la mia partenza alla mattina successiva. Questo episodio apparentemente di poco conto – ci sono disgrazie ben peggiori che trascorrere qualche ora in più insieme ad un’amica in una delle città più belle del mondo- mi ha permesso di osservare ancora una volta come funziona la mente di fronte a un imprevisto spiacevole. Proverò a descrivertelo, chissà che non ti sia utile per vedere se anche tu, come me e molti altri, di fronte agli imprevisti spiacevoli reagisci allo stesso modo.
Quando le cose non vanno come vorresti, la mente reagisce cercando un colpevole
Quando ho capito di aver davvero sbagliato stazione, il mio primo pensiero si è rivolto a chi organizza le tratte di percorrenza: “Bisogna essere cretini per far arrivare un treno ad alta velocità in una stazione e farlo poi ripartire da un’altra”. La deresponsabilizzazione più totale, al limite del vittimismo. Il secondo pensiero ha fatto inversione a U e ha puntato dritto dritto su di me: “La cretina sei tu che non te ne sei accorta, con tutto che c’era scritto sul biglietto… ma si può!?”. Ci ho messo un po’ a ricordarmi che il mondo non gira intorno alle mie esigenze (tantomeno Trenitalia), e che sono un essere umano, fallibile e spesso distratto come tutti.
Quando le cose non vanno come vorresti, la mente fa resistenza
Oltre a cercare colpevoli, quando le cose non vanno come vorremmo la mente fa resistenza e resta aggrappata con le unghie e con i denti all’idea di come dovevano andare. Mentre riprendevo il vaporetto per tornare dalla mia amica, ho osservato pensieri come: “Ma volevo dormire nel mio letto questa sera”, “Ma volevo riabbracciare il mio cane”, “Ma volevo dedicarmi a quel lavoro domani mattina e ora tutto ritarderà di mezza giornata”. Il fatto che medito da diverso tempo mi ha permesso di lasciar andare velocemente. Dopo poco mi sono goduta le luci del tramonto, invece che i miei film su come sarebbero dovute andare le 24 ore successive, e la serata è proseguita in grande allegria, come fosse diventata un’occasione di festa.
La mente è un proiettore potentissimo
Sai qual è l’aspetto che poi, di fronte ad un bicchiere di vino, mi ha fatto più ridere? Che prima di prenotare il biglietto mi ero accorta perfettamente delle due stazioni, e mi ero detta di stare molto attenta al momento dell’acquisto. Avreste dovuto vedere la mia faccia allo sportello quando, mostrandomelo, la signora di fronte a me mi ha indicato la scritta: “Mestre”. Avevo visto più volte il biglietto quel giorno, ma la mia mente si è rifiutata di leggerlo per davvero.
Come la mindfulness aiuta ad affrontare gli imprevisti
Quando lasciamo che la mente si fissi su come dovrebbero andare le cose è difficile rilassarci. Praticare significa ricordarci, più e più volte, che la vita non è un copione e che gli imprevisti non sono un affronto personale, ma fanno parte del naturale svolgersi delle cose. A volte siamo noi a crearli, attraverso le nostre convinzioni sbagliate (come in questo esempio), a volte sono gli altri. Altre volte, semplicemente, accadono perché in fondo, nonostante il grande senso d’importanza che ci attribuiamo, siamo solo puntini nell’Universo.
Fatto sta che, in questo Medita con Caro, abbiamo ricevuto un grande dono: un problema di connessione ci ha “costretti” a praticare con l’imprevedibilità. Qualcuno potrebbe sostenere che non abbiamo meditato, non in modo classico perlomeno, o che comunque la meditazione sul respiro è stata interrotta. Io, e tutte le quaranta persone che sono rimaste online, ci siamo evidentemente convinti di altro. Perché meditare non è un esercizio di stile, ma un atteggiamento. Su una sedia o su un cuscino da meditazione, così come nella vita di tutti i giorni, possiamo scegliere se ingarbugliarci in pensieri inutili, che complicano inutilmente ciò che è semplice togliendoci l’energia per vivere una vita degna di essere vissuta, o accogliere il cambiamento con un po’ di grazia, ironia e gratitudine.
Buona pratica, Caro