L’illustrazione di oggi, per lo speciale #unpilastroallavolta da un’idea di Maria Adele Piccardo (aka @meglioadele) è di Giulia Maria Cavaliere (aka juliabbi). Mi trovi su Instagram come @semplicecaro.
Eraclito e la mindfulness
Panta rei, tutto scorre, mai due volte ti bagnerai nello stesso fiume. Conosciamo quasi tutti l’aforisma di Eraclito che, più di 2500 anni fa, già ricordava al mondo la magia di ogni istante. Non faremo mai e poi mai la stessa esperienza due volte, perchè tutto, ma proprio tutto, si trasforma.
La luce accecante dell’estate si tramuta in quella più tenue di settembre, d’inverno le giornate si fanno più brevi, la notte fa spazio all’alba e poi, di nuovo, viene buio. Cambiano i governi, i bambini crescono, la pelle invecchia e l’unica certezza è che tutti, ma proprio tutti, nasciamo e muoriamo.
Quel che sta tra la nascita e la morte è una successione di momenti ognuno irripetibile, prezioso e unico. Sul piano teorico possiamo anche essere d’accordo, eppure la mente fa molta resistenza alla verità del cambiamento.
Cosa vuol dire coltivare la mente del principiante
È un po’ come se volessimo cambiare, ma non volessimo cambiare. La mente tende alla comodità, alla pigrizia, al volere dare ragione a sè stessa, anche quando queste ragioni creano malessere e soffocano la nostra vitalità. Il risultato è che la freschezza di ogni istante viene coperta dalla patina delle nostre paure, rimuginazioni, convinzioni e da tutte le storie che ci raccontiamo su noi stessi, sugli altri e su come va il mondo a cui ci aggrappiamo come fossero verità assolute. Vorremmo che qualcosa cambiasse, ma la resistenza al cambiamento è altissima.
Coltivare la mente del principiante significa esercitarci a fare l’aggiornamento di sistema della nostra mente, così da poter vedere le cose così come sono invece che rimanere intrappolati in un racconto che gira a vuoto. È un modo per prenderci cura di noi stessi, delle nostre relazioni e di tutto ciò che ci sta a cuore, scoprendo che c’è molto di più dentro di noi e intorno a noi di quanto ci siamo abituati a credere, e che quel molto di più non è solo stress e nevrosi, ma anche vastità e bellezza.
È un modo per facilitare l’adattamento al nuovo e per nutrire la possibilità di sorprenderci e di provare ancora e di nuovo meraviglia. Quest’ultimo è un balsamo fantastico per calmare il cuore, lenire lo stress da ritmi frenetici, e uscire dalla morsa dell’impazienza.
Esercizi di consapevolezza per coltivare la mente del principiante
Per prima cosa, ricordati che la meditazione è una pratica di grande valore per alleggerire il peso dei pensieri e vedere la vita con freschezza, sentendo che c’è spazio per il nuovo.
Chiediti come incontri situazioni, persone, paesaggi, se con l’atteggiamento di chi già conosce tutto, o con la mente del principiante. Quando sorge un problema, prova a guardarlo coltivando la curiosità, lasciando per un momento da parte l’urgenza di risolverlo e il timore che questo non accada. Quando incontri qualcuno che ami, o con cui hai una relazione difficile, cosa ti racconti di loro? Sarà ancora vero? Chiedere “come stai” con il desiderio di saperlo davvero, è un ottimo modo per nutrire le relazioni, sapendo che cambiano.
Prova ad usare, per una settimana, la mano non dominante per compiere alcune azioni quotidiane, come aprire la porta, digitare su una tastiera o lavarti i denti. Quanti anni ha la tua mano non dominante? Quante cose ancora non sa e può imparare? Nota anche quanto è forte il desiderio di ritornarare alla comodità della mano che usi di solito. È un esercizio che ogni tanto facciamo nella tribù dell’elefante, con scoperte ogni volta sorprendenti.
Buona pratica, Caro