Continuiamo con #unpilastroallavolta, il progetto da un’idea di Maria Adele Piccardo (aka @meglioadele), insieme a 7 illustratrici che vi sveleremo… una settimana per volta. L’illustrazione della pazienza è di Elisa Falchini aka @elisafalchini_, che così la commenta: “credo che stia un po’ tutto nell’accettazione, nel darsi tempo e prendersi cura di ciò che pensiamo che, poi, abbracciare i propri pensieri è un po’ come abbracciare sè stessi”. Ah, mi trovi su Instagram come @semplicecaro.
Perchè è importante riscoprire la pazienza
In un’epoca in cui quando la freccia rotante del collegamente al browser dura più di 2 secondi già sentiamo sorgere un moto di irritazione, in cui diamo per scontato di poter accedere a informazioni di ogni tipo quando ci pare, dove ci pare e come ci pare e in cui il tempo di soddisfazione dei nostri desideri materiali è spesso equivalente a quello che ci serve a pronunciare la parola “click” mentre ce ne stiamo comodamente seduti sul divano… parlare di pazienza potrebbe sembrare davvero in controtendenza, se non folle.
Eppure, si dice da secoli che la pazienza sia la virtù dei forti e, quando viaggiavo per l’Asia, ho scoperto che gli indiani amano affermare che la strada verso la pace è lastricata di pazienza. Senza pazienza, siamo in preda all’insoddisfazione cronica, viviamo in balia della nostra mente giudicante e non possiamo fiorire perchè spendiamo le nostre energie a voler correggere ciò che c’è, invece che accoglierlo in tutte le sue potenzialità.
Come dice Pema Chödrön, che ho già citato su questo tema durante il primo lockdown del 2020: “pazienza vuol dire permettere alle cose di svolgersi con il loro tempo, piuttosto che assaltarle con la nostra risposta abituale a ciò che è piacevole o spiacevole” (ora, per inciso, sai perché abbiamo iniziato con il non-giudizio).
Cosa vuol dire coltivare la pazienza
Coltivare la pazienza è possibile. Vuol dire imparare a stare, stare e ancora stare, invece che reagire a più non posso a tutto ciò che accade dentro e fuori di noi. Stare con ciò che accade nel corpo, nella mente e nel cuore, senza senza irritarci con noi stessi se la mente è visitata dagli stessi pensieri o se ci sentiamo tristi, agitati, ansiosi o preoccupati.
Se giudicare continuamente è una forma di aggressione, la pazienza è una forma di amicizia. Nella pratica meditativa, così come nella vita di ogni giorno, coltivarla significa onorare questo momento così com’è, e noi stessi così come siamo, lasciando per un attimo da parte la convinzione massacrante che, se non ci sentiamo come crediamo di doverci sentire, se le cose non sono così come ce le aspettiamo, allora… nulla ha valore.
La lettera ad un giovane poeta di Rainer Maria Rilke
Mi vengono in mente, a questo prosito, le parole di Rainer Maria Rilke nella sua “Lettera ad un giovane poeta” (mi capita di leggerle, come buon auspicio, nei primi incontri del programma MBSR):
“Abbi pazienza con tutto ciò che resta irrisolto nel tuo cuore.
Cerca di appassionarti alle domande in sé, come fossero stanze chiuse, o libri scritti in una lingua straniera.
Non cercare le risposte adesso.
Non ti possono essere date perché non le hai ancora vissute.
È una questione di vivere pienamente un’esperienza.
E in questo momento hai bisogno di vivere la domanda.
Forse gradualmente, senza che neanche tu te ne accorga, ti troverai a vivere la risposta, in un giorno che non è questo.”
Ecco, per me questa è l’essenza della mindfulness: osservare, osservare e ancora osservare. Riposare nella consapevolezza, senza cercare di cambiare niente. Semplicemente, concedere alla vita di accadere. Sembra incredibile, assolutamente opposto al nostro modo abituale di ragionare, ma a volte fermarci è la scelta più potente che c’è ed è solo stando fermi che tutto può cambiare. La pazienza inizia imparando a stare fermi.
Esercizi di consapevolezza per coltivare la pazienza
Questa settimana, osserva tutte le volte in cui sei impaziente. Come l’impazienza si manifesta nel corpo, nella mente e nel cuore? E come influenza l’ambiente circostante, le tue relazioni e la capacità di dedicarti alle cose per te importanti?
Rifletti. Cosa è successo l’ultima volta in cui sei stato impaziente e ti sei fatto portare via dai tuoi giudizi? E come è stato invece quando sei riuscito ad essere paziente anche in situazioni o con persone difficili?
Osserva anche gli altri: che effetto ti fa la loro impazienza? E che effetto hanno invece su di te le persone pazienti?
Buona pratica, Caro