“E’ possibile essere veramente indipendenti?
Un tentativo deliberato di meditare non è meditazione. Deve accadere, non puo’ essere provocata.
La meditazione non è un gioco della mente, oppure del desiderio o del piacere. Tutti i tentativi di meditazione non sono che il suo esatto diniego.
Ogni forma di meditazione porta inevitabilmente all’inganno, all’illusione, perché il desiderio acceca.
Sii solamente consapevole di ciò che stai pensando e facendo e nient’altro.
L’abilità del fare sta nel vedere, nell’ascoltare.”
~ Jiddu Khrishnamurti, Il Risveglio dell’Intelligenza
Ci pensavo proprio l’altro giorno: stare nel presente è una forma di intelligenza.
Che poi, ho appena scritto che ci pensavo, ma in realtà più che un pensiero questa affermazione ormai la considero un fatto, di quelli che con la pratica, con il vedere e con l’ascoltare, a un certo punto diventano talmente chiari che non si possono più ignorare.
Come state vivendo questo momento? Come è la qualità della vostra attenzione? E’ stabile e flessibile, oppure frammentata e caotica? Siete ancorati al respiro e alle sensazioni del corpo, e curiosi di ciò che accade momento per momento, oppure la mente è rapita dalle cose del passato e del futuro?
E in quest’ultimo caso: quali sono i pensieri che la attraversano? C’è da qualche parte l’idea che le cose non vadano bene così come sono, la convinzione che sinora non siano andate per il verso giusto o che potrete stare bene solo quando avrete raggiunto un particolare risultato?
Se la risposta è affermativa, non mi stupirei se aveste una tendenza più o meno spiccata a lamentarvi, e se la vostra relazione con gli ostacoli e le delusioni che la vita inevitabilmente ci propone, o con le persone che talora ci invitano a metterci in discussione, fosse intrisa di nervosismo, rabbia, tristezza o paura. Di fatto, non state prestando attenzione a nulla, perché siete rapiti dall’idea di un risultato che volete ottenere. La qualità del vostro agire non è buona, le vostre azioni sono inefficaci, caotiche, più o meno dannose per voi e per gli altri. A volte, vi sembra che le cose non abbiano più senso, e non capite perché.
La risposta è che, essendo accecati dal desiderio, non siete allineati con ciò che sta accadendo di momento in momento, e per questo la qualità della vostra vita – chiamatela benessere, felicità, soddisfazione esistenziale o come vi pare- non è buona.
Quando siamo invece allineati con ciò che sta accadendo di momento in momento, quando sappiamo, anche grazie all’esperienza diretta della pratica, che la nostra vita dipende proprio da questa possibilità e non dalle illusioni della mente, la nostra relazione con gli ostacoli, o con gli inviti a metterci in discussione, è molto diversa. Gli ostacoli si trasformano da contrarietà in occasioni e da sfortune in opportunità: per fermarci, per accogliere, per vedere, per ascoltare. In altre parole: per essere consapevoli. Magari non ci piacciono, ma siamo connessi con la nostra saggezza interiore.
E solo allora può nascere un’azione intelligente, non necessariamente più colta, ma sicuramente più intelligente. Di quelle che ci permettono non solo di adattarci ai cambiamenti delle situazioni, ma anche di modificarle come possiamo oppure di sapere quando è il caso di lasciarle andare, e magari prendere un’altra strada. Perché se è vero che ogni sentiero ha i suoi ostacoli, è anche vero che non dobbiamo per forza ostinarci a seguire sempre gli stessi percorsi.
Buona pratica.
Vorrei anch’io essere più nel presente
Ciao Laura, è una buona intenzione, e un’ottima partenza per iniziare a praticare!
Stare nel presente e l’ostinazione non sono perforza antitesi. Quanti tentativi si devono fare prima di cambiare strada, idea, progetto? Uno, cento o diecimila? Se facessimo questa domanda ad Edison che ha ostinatamente costruito 10000 prototipi di lampadina, cosa ci risponderebbe? Beh il celebre aneddoto di Edison che dopo tutti quei tentativi NON era ancora riuscito a costruire la lampadina, rispose ad una giornalista sottolineava i suoi tentativi come fallimenti:”Io non ho FALLITO 10.000 volte io ho effettivamente scoperto 10.000 modi di NON inventare la lampadina”. una frase che ha molteplici significati. Egli non ha cambiato strada o obbiettivi, ma ha cambiato il modo di percorrerla. E più importante aveva trovato nel suo PRESENTE la motivazione per andare avanti PROPRIO NEI SUOI FALLIMENTI.
Come dici tu “quando sappiamo, anche grazie all’esperienza diretta della pratica, che la nostra vita dipende proprio da questa possibilità e non dalle illusioni della mente, la nostra relazione con gli ostacoli, o con gli inviti a metterci in discussione, è molto diversa.”
Grazie Andrea!