“Vedi, di solito viviamo le nostre vite a partire dalle incessanti speranze e aspettative della nostra mente autoreferenziale, o ego. E se le cose funzionano, se siamo sfortunati abbastanza che funzionano – vuoi l’uomo ideale, e ottieni l’uomo ideale; ottieni il lavoro ideale; tutti di amano – allora te ne vai avanti nel solito modo sino quando arriva qualcosa che ti ferma nel tuo percorso. Di solito, è una delusione o un disastro di qualche tipo. E quello che solitamente fanno le persone, è una reazione naturale, è di impegnarsi ancora di più per ottenere ciò che vogliono. Vogliono essere felici, e allora cercano una nuova formula, e quello è il momento in cui iniziano una pratica di qualche tipo, o vanno in chiesa, o fanno qualcosa.
Ma se sei fortunato, continui a incontrare il dolore della delusione. ‘Cavoli, proprio non funziona, sono sconcertato, non so più da che parte girarmi’. Mi congratulo sempre con le persone che arrivano a questo punto: ‘Ma quanto sei fortunato!’- perché ora posso intravedere il vero percorso. Possono iniziare una pratica autentica. Non vuol dire che se sono deluso, mi piace. Vuol dire che conosco questa esperienza per quella che è”.
Charlotte Joko Beck “Everyday Zen”, traduzione mia.
Come vai incontro alla delusione? Ti ostini a volere ottenere quello che vuoi e credi che la vita sia ingiusta se questo non accade? Oppure ti biasimi, pensando che ci dev’essere qualcosa che non va con te se le cose non vanno come avevi sperato o immaginato? Magari ti rassegni, trovando una sorta di rifugio nel credere che nulla di buono accadrà, o pensando che ti conviene prepararti sempre al peggio così da proteggerti dal dolore se le cose non dovessero andare come segretamente speri? Sapevi che speranza e disperazione, dire che andrà tutto bene o dire che andrà tutto male, sono facce della stessa medaglia, che sono entrambe proiezioni sul futuro, racconti che ci facciamo sull’ignoto nel tentativo di rassicurarci che abbiamo controllo sulle cose?
Come sarebbe la tua vita se in questo momento, solo per questo momento, lasciassi andare tutto? Ogni storia, ogni racconto, ogni speranza, ogni anticipazione di un futuro nefasto, e tornassi qui? In questo respiro, in questo corpo, con un suono che attraversa lo spazio, la luce che illumina le cose, la vita che fluisce dentro e fuori di te, anche quando tu non fai niente per controllarla?
Buona pratica.
A presto, Carolina