Il perchè dei Christmas Blues
L’altro giorno riflettevo sul fatto che l’arrivo del Natale è uno di quegli eventi che scalza la mente dal presente come pochi altri. E’ come se un insieme di pensieri e sentimenti che avevamo messo a tacere, o che proprio non sapevamo di avere, iniziasse a fare capolino nel cuore verso la fine di novembre, raggiungesse il suo culmine il 25 dicembre – o, per alcuni, al Capodanno- per poi finalmente dileguarsi con l’Epifania.
Forse quando ci accorgiamo delle prime luminarie, forse con il Black Friday, forse con la prima finestrella aperta del calendario dell’avvento, iniziamo a sentire la pressione a prepararci, consumare, mangiare, addobbare, fare regali, sorridere, stare in compagnia, non dire mai di no, volere bene a tutti, essere felici… anche quando non ne abbiamo nessuna voglia o proprio non è possibile.
Se a tutto questo aggiungiamo l’arrivo dell’anno nuovo e la quasi inevitabile tendenza a fare bilanci, non stupisce che da un po’ di tempo a questa parte si senta parlare di Christmas Blues e di Holidays Blues e che il periodo delle feste – insieme al mese di agosto- sia considerato ad alto rischio di depressione.
Nel periodo delle Feste puo’ capitare di sentirci più fragili
Mi viene in mente, a questo proposito, una persona che ho intervistato recentemente nelle Mindful Single Sessions. Mi raccontava che, l’anno in cui ha deciso di chiudere una relazione che non la rendeva felice, è stata bene per diversi mesi ma l’8 dicembre, mentre andava da sola a un mercatino natalizio, si è sentita improvvisamente fragile e sola. O un’amica che l’altro giorno mi confidava quanto la mancanza del padre, morto da pochi anni, si fa intensa proprio durante le riunioni famigliari.
E poi c’è chi si è appena separato, chi è malato, chi si confronta con i fratelli, chi non va d’accordo coi genitori o con i suoceri, chi teme che i bambini non siano felici, chi ha perso il lavoro, chi si sente nostalgico, chi ha brutti ricordi, chi è molto stanco, chi è solo, chi è preoccupato e l’elenco potrebbe continuare per ore. La vita è meravigliosa e anche tosta e, nonostante le nostre migliore intenzioni, non sempre va come avevamo immaginato o come avremmo voluto.
Le emozioni che provi non sono un errore, ma il segno che sei umano
Se sei di quelli che “Dicembre non è un mese facile” e “Non vedo l’ora che le feste siano terminate”, hai tutta la mia solidarietà e vorrei dirti che hai il diritto di sentirti come ti senti. Forse ti chiedi cosa c’è che non va con te, forse ti vergogni e sei molto critico con te stesso, forse ti impegni più che puoi a non sentire il dolore. Magari nessuno ancora te l’ha detto, oppure hai bisogno che ti venga ripetuto: la vita sa essere molto complessa, inaspettata e dura, e noi siamo esseri sensibili. Le emozioni che provi non sono un errore, ma il segno della tua umanità. Il punto è come vai loro incontro.
Combattere ciò che senti ti allontanerà dalla forza che cerchi, così come indugiare troppo sulle ragioni per cui stai male. Se ti metti in guerra con ciò che provi, se fai resistenza o cerchi di sopprimerlo, il rischio è che l’ansia diventi panico e la tristezza e la perdita si trasformino in depressione. Se scavi troppo nelle ragioni del tuo dolore, potresti finire con l’avere sempre gli stessi pensieri e raccontarti ancora una volta la stessa storia, quella che conosci e per questo ti conforta, ma che contemporaneamente ti appesantisce l’anima.
La domanda che ti salverà durante i Christmas Blues
Fossi in te, mi farei solo una domanda: Come posso prendermi cura di me nutrendo il mio desiderio di essere felice e libero dalla sofferenza? Aggiungo: Come posso realisticamente prendermi cura di me? E: Come posso farlo ora?
Sii curioso di ciò che emerge nel tuo cuore, senza soffocarlo con i Devo e i Non posso. Sei sicuro di dover assecondare le richieste di tutti? O di dovere per forza seguire le tradizioni? Davvero non puoi fare a meno di… (finisci pure tu la frase)?
L’augurio che ti faccio per questo mese è di ricordarti di prenderti cura di te, regalandoti tutto l’ascolto e la gentilezza che daresti a chi ami, e che ti meriti anche tu.
Buona pratica.