“La cosa principale che gli studenti devono sapere non è cosa pensare, ma come pensare per affrontare nuove sfide e risolvere nuovi problemi.” ~ Amanda Lang (2012) The Power of Why, Collins
Per gli insegnanti, il primo settembre è il grande giorno. È il giorno del primo collegio docenti dell’anno, il giorno in cui si rivedono i colleghi abbronzati e distesi e si dà avvio alla nuova avventura!
Per me, appena entrata in ruolo, iniziare l’anno scolastico il primo settembre è stata una novità emozionante. Negli anni di precariato, infatti, la mia nomina avveniva generalmente a lezioni già iniziate così che inevitabilmente non potevo vivere questi importanti momenti di preparazione e avvio.
A scuola, in questi giorni, si respira l’attesa! Si respira quell’aria frizzante che precede i grandi eventi. È come quando inviti amici che non vedi da tempo per cena e fin dai giorni precedenti pensi al menù, al vino e prepari qualcosa di speciale per celebrare l’incontro. Così, tra un collegio docenti e un consiglio d’interclasse, ci incrociamo tutte indaffarate tra i corridoi, ci diamo pareri sui giochi per l’accoglienza, stabiliamo i progetti per l’anno, allestiamo le aule cercando di renderle più calde e allegre.
Tutta questa vivacità, tutta questa energia mi hanno suggerito di domandarmi quali fossero le mie intenzioni per questo nuovo anno, il primo della mia carriera in ruolo.
Coltivare un’intenzione e cercare di ricordarla aiuta nella routine della vita quotidiana e, proprio come il respiro, diviene la nostra ancora a cui fare riferimento per non perdere la strada.
In particolare, a scuola, troppo spesso corriamo il rischio che tutto ruoti principalmente intorno alla programmazione e alla pura didattica. Certamente le conoscenze e le competenze sono fondamentali e necessarie, ma a volte diamo loro troppa importanza, temendo di “perdere tempo” se ci dedichiamo anche ad altre proposte. D’altro canto, molti dei talenti dei nostri studenti possono sfuggirci se ci occupiamo solo di terminare la programmazione.
Un approccio orientato solo al successo accademico ci porta a fare domande, verificare le risposte e accertare l’apprendimento, ma tra la ripetizione della lezione e la curiosità di capire, la capacità di farsi domande, l’entusiasmo per le nuove proposte, la creatività, la collaborazione e la gentilezza reciproca…può esserci parecchia differenza.
La scuola dovrebbe essere un luogo in cui i bambini possono scoprire ciò che li appassiona e infiamma le loro anime, porre le domande che contano per loro e cercare le risposte in compagnia di persone che amano. La scuola dovrebbe essere il luogo in cui ognuno sperimenta che davvero ciascuno di noi può fare la differenza.
Noi insegnanti abbiamo l’opportunità di coltivare nuove possibilità e nuove pensabilità nell’incontro con i nostri alunni. Possiamo scoprire molti aspetti anche di noi stessi se ci diamo il tempo, in loro compagnia, di fermarci, ascoltarci e stare davvero insieme.
Fermarci e ascoltare il suono della campana, alzarci dopo una spiegazione e muoverci per riattivare il corpo, inventare tutti insieme una storia stando attenti a quanto dice ciascuno di noi, muoverci in coppia come se uno fosse lo specchio dell’altro, raccontarci qualcosa ascoltandoci reciprocamente in modo autentico, garantirci una pausa per assaporare qualcosa di buono e sano…
Così, giorno dopo giorno, potremo impostare il nostro lavoro cercando di rispondere, in un’ottica di pratica mindfulness applicata alla nostra missione, a tre domande che possono guidare le nostre intenzioni:
– Che cosa ho intenzione di insegnare e di imparare?
– Come ho intenzione di insegnare e di imparare?
– Come abbiamo intenzione di stare insieme per imparare?
Tornando e ritornando a queste domande, potremo trovare le nostre risposte e rivisitarle strada facendo, perché la più grande lezione che possiamo imparare dai nostri studenti è che, tutti insieme, siamo in grado di superare le nostre aspettative, se solo ce ne diamo la possibilità.
Che bello stare in classe in questo modo! Che fortuna condividere con questi bimbi un po’ del loro viaggio di vita.
Come si può non essere grati per questo!
Buon lavoro colleghi e buon anno a tutti gli studenti di ogni età!
Manuela Pini