Come è andata la tua giornata?
Fermati un momento, e leggi la domanda che sto per farti osservando come riverbera nel corpo, nella mente, nel cuore. Accogli la tua reazione senza giudicare ciò che emerge. Sii presente, semplicemente, con curiosità.
La domanda è: quanto ti sei amato oggi? Non parlo dell’essere egoisti, del pensare solo a sé stessi a scapito del benessere degli altri, o dell’attribuirsi un senso grandioso di importanza. Parlo di gesti semplici e, forse, anche di qualche scelta importante, che hai portato avanti per prenderti cura di te. Ripeto la domanda: quanto ti sei amato oggi?
Fa effetto vero? A volte ci pensiamo davvero poco a darci amore. Tendiamo a cercarlo fuori di noi, e ci dimentichiamo che abbiamo sempre al nostro fianco una persona eccezionale che ci conosce a memoria e che ha già moltissimo da darci: noi stessi.
Prendercene cura potrebbe essere un’ottima idea. Non solo perché, anche se a volte ne dubitiamo, siamo tutti meritevoli di amore. Ma anche perché – e questo è un altro aspetto che talora ci sfugge- non possiamo dare agli altri se prima non diamo a noi stessi.
Se siamo stanchi o deprivati incontreremo gli altri a partire da un luogo di deprivazione e di eccessiva sensibilità, con il risultato che il nostro dare sarà accompagnato da agitazione, frustrazione, fatica e confusione. Tutti noi prima o poi siamo passati attraverso questo stato di cose, e se lo guardiamo con onestà è molto chiaro che è una situazione che non fa bene né a noi, né alle nostre relazioni.
E allora oggi e nei prossimi giorni volevo condividere con voi alcuni suggerimenti per dare attenzione ai nostri bisogni, non come atto egoistico ma come scelta fondamentale per vivere meglio anche la nostra vita di relazione.
Li ho chiamati, nel loro insieme, pratica dell’Autoamore Radicale. D’altronde, per alcuni di noi, essere gentili con sè stessi è davvero un atto rivoluzionario.
Fermati e ascolta
Fermarci e ascoltare è il primo passo per praticare mindfulness e per prenderci cura di noi. Non possiamo sapere ciò di cui abbiamo bisogno se non ci mettiamo in relazione con ciò che accade nel corpo, nel cuore e nella mente.
Usate un timer se volete, e fatelo suonare diverse durante il giorno per ricordarvi di osservare pensieri, emozioni, sensazioni corporee. Oppure formulate l’intenzione di fare questo il più possibile nell’arco della giornata, con o senza timer. Quando vi fermate, semplicemente osservate quello che c’è e dopo che avete guardato chiedetevi: di che cosa hanno bisogno la mente, il cuore, il corpo in questo momento?
Potreste trovare sostegno, nell’intenzione di fermarvi e ascoltare, anche nella pratica regolare del mindful check-in.
Tieni un diario
Tenere un diario quotidiano è un’altra opportunità per osservare le scelte che facciamo per prenderci cura di noi. Possiamo per esempio chiederci: come mi sono nutrito, sostenuto e preso cura di me oggi? Con quali azioni ho espresso l’intenzione di prendermi cura di me? Dove potrei magari fare qualche piccolo (o grande) aggiustamento? Che cosa sto imparando?
Quando riflettete attraverso queste domande sulla giornata appena trascorsa, osservate ciò che emerge con curiosità e con gentilezza. L’idea di tenere un diario non è un invito a valutare le nostre scelte come se fossero una performance, ma piuttosto ad essere più consapevoli di cosa funziona, e cosa no: la consapevolezza da sola trasforma e guarisce e la pratica, nel tempo, ci aiuterà naturalmente a lasciare andare ciò che non ci nutre, in favore di ciò che ci sostiene.
E dunque non mi resta che augurarvi buona pratica, ovunque voi siate.
Saluti da Semplicemente Spazio.