Qualche anno fa avevo finalmente capito che vivere sempre rimuginando nel passato, contemplando malinconicamente quello che era stato, non mi faceva stare bene. Il futuro era quello a cui dovevo andare incontro: andare verso il nuovo, per accogliere tutte le sorprese della vita.
Con la Mindfulness ho scoperto qualcosa di ancora più sconvolgente: non devo andare da nessuna parte.
La bellezza, il nuovo, quel qualcosa di straordinario che tutti (forse) ci aspettiamo dalla vita è proprio qui, adesso. Non c’è altro di cui abbiamo bisogno o che possiamo vivere. C’è tutto quello che ci serve dentro di noi, proprio ora.
Fermarsi e accorgersene dona uno stato di consapevolezza con il quale possiamo osservare tutto ciò che accade dentro di noi: dalla gioia più assoluta e dirompente alla paura più profonda e sconfortante. Lasciare il giusto spazio tra noi e la tempesta che sta accadendo ci permette di lasciarla essere per poi lasciarla andare. Le sensazioni e le emozioni difficili esistono, ma sono attimi da attraversare che si modificano istante per istante.
E anche l’emozione più forte, che per nostra mente può sembrare un muro assolutamente invalicabile, se vissuta in quest’ottica di piccoli passi istanti per istanti, può diventare nebbia: attraversabile. Basta solo dare a noi stessi, gentilmente, la possibilità di sentire nel nostro corpo cosa sta accadendo adesso. E adesso. E adesso. Buon risveglio al presente.
LAURA V. non va da nessuna parte, istante per istante
Il programma MBSR è per tutti, anche per chi pratica la mindfulness già da tempo. Lo consiglierei in modo particolare a quelli che fanno, come me, una professione d’aiuto, perché non è sempre facile incontrare la sofferenza degli altri, che in fondo è anche la nostra, in modo sano.
Le pratiche che possiamo imparare durante il corso ci aiutano a sviluppare la capacità di rimanere in contatto con il momento presente, anche quando questo momento non è dei migliori.
Siamo abituati a contrastare le sensazioni spiacevoli, le rifiutiamo, le cacciamo, le temiamo. Ma queste tornano ancora ed ancora, lasciandoci spossati. Durante il programma invece, cominciamo a sentire che possiamo creare un po’ di spazio per queste emozioni, possiamo renderci più morbidi e accoglienti, e all’improvviso scoprire che non fanno più tanta paura e tanto male. Possiamo “sedere con loro” in amicizia, preoccupandocene molto meno. E’ una grande liberazione.
Non dico che sia facile, per questo l’insegnante che ci accompagna è fondamentale.
Carolina, incarnando naturalmente la gentilezza, la presenza, la curiosità, la disponibilità ad essere proprio come si è, senza cambiare nulla, ci mostra come mantenere un atteggiamento di amorevolezza e comprensione verso noi stessi e verso gli altri anche nelle situazioni davvero difficili.
 
Personalmente posso testimoniare molte occasioni di comprensione profonda durante il percorso, una specie di saggezza che emerge da dentro, più che essere frutto di tanti ragionamenti.
Credo che il ricordo più vivido, che porterò con me e al quale attingerò ogni volta che ne avrò bisogno, è l’avere intuito, soprattutto con il cuore e attraverso il corpo, che quando si sta male si può scegliere di non essere coerenti.
I bambini di pochi mesi, anche se sembra incredibile, sanno passare dal pianto disperato al riso in pochi secondi se le condizioni cambiano, assaggiando la vita momento per momento.
Da grandi noi non sappiamo più farlo altrettanto bene, intrappolati come siamo in mille congetture su come le cose sarebbero dovute essere e non sono. Ecco perché diciamo che siamo tristi o disperati.
Eppure non esiste un flusso ininterrotto di tristezza o disperazione. Esiste il flusso della vita all’interno del quale tutto si alterna. E in questa impermanenza di ogni umano sentire, se restiamo ancorati al momento presente, quando arriva un istante – anche solo uno – di sollievo, di allegria, di bellezza, di sorriso tra le lacrime, allora riusciremo a notarlo e a goderne pienamente.
E sarà come un balsamo per l’anima.
MICHELA ROSATI e una saggezza che permette di non essere coerenti

Credo che ciò che  dovrebbe sapere chi si accosta  al programma MBSR è quanto, nella sua semplicità e immediatezza, questo percorso ci guidi in modo pratico, e con effetti molto più immediati di quanto avessi immaginato, ad imparare a vivere il presente, percependone la ricchezza sia nei momenti più facili sia, e non lo credevo, in quelli più difficili. Mai come attraverso questo percorso mi è stato chiaro ciò che dice Confucio, e cioè che tutti abbiamo due vite, e la seconda comincia quando scopriamo di averne una sola!

Per ciò che riguarda i benefici, sono affetto da ipertensione arteriosa e posso confermare, in accordo con la letteratura scientifica, una diminuzione della pressione arteriosa al punto tale che ho potuto ridurre il dosaggio di uno dei farmaci che assumo. Avverto inoltre un maggior capacità di stare con le emozioni senza farmi travolgere, con una conseguenza diminuzione dell’ansia in relazione ai fatti quotidiani.

Ultimamente, a causa di una brutta caduta, mi sono fratturato un gomito. Praticare mindfulness mi sta sostenendo molto nell’affrontare il dolore e le difficoltà quotidiane correlate alla temporanea inabilità funzionale con cui dovrò fare i conti ancora per un po’.

MAURIZIO F. scopre che tutti abbiamo due vite, e la seconda comincia ora

Fare amicizia con se stessi, imparare ad amarsi, a piacersi, ad accettarsi, così come si è. “Non più belli, più performanti, più intelligenti, più pazienti, più razionali, più brillanti…ma esattamente così come sì è”. Impresa impossibile?

Esperienza possibilissima e vivibilissima, in tutta la sua forza e bellezza. E’ stato questo il principale regalo arrivatomi assieme al programma MBSR, sperimentato con Carolina in Semplicemente Spazio.

Avevo deciso di frequentare il programma sulla riduzione dello stress attraverso la mindfulness (“MBSR”, appunto) perché speravo di ritagliarmi un spazio “lento e rilassante” tutto per me, facendo una pausa rispetto al (duro) tran tran quotidiano, fatto di impegni, orari da rispettare, responsabilità lavorative e genitoriali, in cui la “domanda” che il mondo esterno mi faceva, in termini di prestanza fisica e psicologica, resistenza, pazienza, coraggio, diventava sempre più impellente.

Ma non solo. Iscrivendomi al programma MBSR, speravo si realizzasse ciò che indirettamente mi prometteva la lettura dei libri di Jon Kabat Zinn, avvenuta qualche anno prima. E cioè imparare a “stare” anche con le sensazioni/emozioni che solitamente classifichiamo immediatamente come negative: dolore (fisico), sofferenza (psichica), rabbia, delusione, stanchezza, paura e chi più ne ha più ne metta. Quelle sensazioni che tutti prima o poi attraversiamo o viviamo, insomma, e dalle quali istintivamente cerchiamo subito di liberarci, agendo e reagendo spesso impulsivamente, senza aver chiaro il quadro, la “visione” complessiva delle cose, in questa urgenza di tornare subito a controllare e a dirigere l’andamento della nostra vita secondo i nostri (presunti buoni) piani o le nostre perenni aspettative. Speravo in questo modo anche di diventare una mamma migliore, ancora più forte e paziente. Chissà, mi immaginavo, magari anche un po’ più “zen” davanti alla mia piccola che rovescia un’intera bottiglia di succo di frutta sul divano o riesce a scovare la mia trousse dei trucchi facendone ampiamente e allegramente uso su di lei (alla tenera età di due anni e mezzo) e su tutti i suoi pupazzi (certamente rimarrò serena e impassibile, mi dicevo!).

Non sono diventata “zen”. Ma ho ottenuto molto, molto di più. Ho imparato ad accettare anche le emozioni spiacevoli, nel momento in cui si presentano, come emozioni, appunto, passeggere, che hanno una loro dignità e senso, e che tuttavia, spessissimo, non sono la “verità” assoluta. Ma solo un modo di vedere, anzi di “pensare” cose e situazioni in un determinato momento. Modi di pensare e di vedere come tanti altri ve ne sono, e che vanno solo scoperti. Con pazienza. Imparando a fermarsi, a respirare, ad ancorarsi al corpo e al respiro e a darsi la chance di comprendere che le emozioni e i pensieri esistono e fanno il loro cammino, ma noi siamo anche altro.

Basta solo non dare alla mente tutta l’importanza che solitamente essa vuol prendersi. Imparando anche a ribaltare convinzioni granitiche e idee consolidate a vantaggio di una visione più aperta, gentile, equanime di tutto ciò che ci circonda e ci accade in un determinato momento. Dando tempo al tempo. E regalandosi ogni giorno un po’ di tempo.

Mi sono fatta, intanto, una nuova amica (oltre alle 13 persone con cui ho fatto il corso e a Carolina): me stessa.

SILVANA S. sull’imparare ad amarsi

La prima volta che ho sentito nominare il programma MBSR è stato dal mio ragazzo, inizialmente ero veramente perplessa, questa sigla nel mio immaginario era collegata direttamente a qualche servizio segreto o setta non ben indentificata!

Quindi, prima ancora di approfondire il contenuto del programma mi ero fatta un bel viaggio mentale, una trama degna del miglior film di spionaggio di Hitchcock. Dopo il mio film mentale, ho deciso di approfondire l’argomento facendomi raccontare dal mio ragazzo di che cosa si trattasse con il risultato che sono andata ancora più in confusione!

Mi parlava di riduzione dello stress nella vita quotidiana, dell’osservazione delle nostre emozioni, di respiri e di consapevolezza delle sensazioni del corpo, insomma una serie di cose messe insieme che non riuscivo a capire, d’altronde perchè mai dovrei aver bisogno di ridurre il mio stress quotidiano o fermarmi sulla osservazione delle mie reazioni? Mica mi sentivo una persona stressata, mica mi serviva sentire il mio corpo o fare qualche respiro per star bene, io stavo bene…

Passato un anno  la parola Mindfulness si era radicata nella mia testa, un pensiero fisso, osservavo il mio ragazzo che aveva cambiato degli atteggiamenti in certe situazioni che io non ero mai riuscita a cambiare, osservavo come era più consapevole e come si viveva il momento per momento, semplicemente, senza tanta fatica.

Lui aveva toccato qualcosa che io non potevo capire, non riuscivo a vedere, era come se viaggiassimo su due binari diversi. Questa percezione di una ricchezza acquisita interiormente è stata la mia spinta decisiva per iscrivermi al programma, una scelta che non rimpiangerò mai nella vita.

MBSR è stato un viaggio in un mondo mai visto prima, un mondo scandito dal tempo e dalla consapevolezza di essere qui, adesso. Quante cose diamo per scontate, quanti pregiudizi, quanto stress mentale ci creiamo inutilmente, tutte energie sprecate che attraverso la pratica ritornano improvvisamente a noi.

Con la guida di Carolina, ho affrontato un percorso fatto di tante emozioni, un programma che va seguito con costanza e impegno e con le sue poche regole precise e chiare, un programma  che ti ripaga ogni singolo momento.

Ora, vivo più consapevole delle mie emozioni e dei miei limiti. Riconosco i fattori che mi causano lo stress, riesco ad affrontarli senza scappare, riesco a liberare la mia mente e a concentrarmi sulla semplicità del momento come può essere una pedalata ritornando dall’ufficio a casa, con semplice gentilezza osservando il momento e lasciando un po’ andare la presa della mente giudicante, perchè posso essere il suo padrone e lei il mio servitore.

LILIANA P. e i viaggi mentali

Un percorso sorprendente se non ci si aspetta una soluzione rapida ai propri problemi. Il concetto stesso di “problema” muta di settimana in settimana. Il programma MBSR è una porta che si apre verso un nuovo sentire ed un nuovo “stare”, non sempre facili, ma senz’altro più autentici.

Nuove consapevolezze sono emerse spontaneamente, permerttendomi una tanto insolita quanto sana vacanza dalla mente, le cui ragioni e incrollabili certezze sono spesso solo una difesa da paure e insicurezze. Ho imparato che la pratica è un ottimo strumento per andare oltre i miei pensieri, oltre la scorza di me stessa e che posso così vivere una vita più serena, piena ed autentica.

 

MICHELA BELLODI si apre verso un nuovo sentire e un nuovo stare

Meditare senza paura

La paura di meditare Ogni tanto mi capita che in Semplicemente Spazio vengano a trovarmi persone che mi dicono di seguire questo progetto da anni, o di essere interessate alle meditazione e alla mindfulness da diverso tempo, ma temono di non essere pronte. Oppure varcano la porta, spesso accompagnate da un amico o da un…